Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:50 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. LOVE IS LIFE
  2. GOT ME WHERE YOU WANT ME
  3. SECOND HAND LIFE
  4. IN YOUR EYES
  5. BLOOD RED SKY
  6. STROKE OF MIDNIGHT
  7. OVER THE TOP
  8. CRUEL
  9. SWEET OBSESSION
  10. LOVE IS ON OUR SIDE
  11. TWO LIGHTS (BONUS TRACK)

Line up

  • Joe Lynn Turner: vocals
  • Karl Cochran: guitars and bass
  • Bob Held: bass
  • Michael Cartellone: drums
  • Gary Corbett: keyboards

Voto medio utenti

Dopo il bellissimo "Usual Suspects" era lecito aspettarsi un'altra prova maiuscola di Joe Lynn Turner, e fa piacere constatare come il talentuoso singer abbia azzeccato anche questa mossa. "Second hand life" è infatti un altro disco trascinante, energico, ricco di groove e pieno di grandi melodie, come nella migliore tradizione del rock melodico.
A metà tra Rainbow e Deep Purple (perché il passato è pesante, si sa), con quel gusto Aor tipico delle sue ultime prove soliste, questo è il classico lavoro che dalla prima all'ultima nota non vi lascerà un attimo di respiro.
"Love is life" ha un ritmo davvero trascinante e un ottimo riffing, con un ritornello liberante e ultraorecchiabile, di quelli che basta mezza volta e ce l'hai già dentro. "Got when you want me" non è da meno, anche se questa volta si tratta di una ballata ricca di pathos, con la voce di Joe sugli scudi (inutile dire che ciò accade in tutto l'arco dei cinquanta minuti di questo album). Bella anche la title track, potente e cadenzata al punto giusto, e "Blood red sky", che si apre con un terremotante solo di chitarra per sfociare in un riff orientaleggiante che non può non richiamare alla mente sua maestà Richie Blackmore. Meraviglioso anche il ritornello, arioso e drammatico, che la rende forse la canzone più bella dell'intero lavoro.
E si va verso la fine così, tra episodi decisamente hard rock ("Over the top"), potenziali hit singles ("Cruel", "Sweet obsession"), ballate romantiche e commoventi ("Love is on our side" su tutte).
Sarà anche un po' troppo manieristico, ma quando hai un songwriting così siamo proprio sicuri che sia un problema?
Recensione a cura di Luca Franceschini

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