Copertina 6

Info

Anno di uscita:2007
Durata:61 min.
Etichetta:Metal Heaven
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. READY
  2. VILLANELLE
  3. EVERYTHING
  4. RADIO SUPERSTAR
  5. BREATHE
  6. FAITH AND FIRE
  7. FALLEN
  8. ASHES
  9. AVENUE Z.
  10. ACCELLERATOR
  11. ANGEL
  12. AMERICA

Line up

  • Tony Moore: vocals
  • Mike Flyntz: guitar
  • Danny Miranda: bass
  • John Miceli: drums

Voto medio utenti

Questo progetto vede coinvolti componenti presenti e passati degli acclamati Riot, uniti nell’intento di realizzare un buon disco di hard rock melodico.
Lo stile dei Faith and Fire spazia infatti da temi spigolosi di matrice metallica a quelli ammorbiditi che sfiorano il rock-fm americano, in sintesi il filone dei vari Talisman, Million, ultimi Whitesnake e così via.
La qualità e l’esperienza dei musicisti non si discute. Tony Moore è uno di quei bravi cantanti dalla voce educata e senza tempo perfetti per il genere, mentre il resto della band svolge il proprio compito con magistrale professionalità.
Le canzoni sono impeccabili, sintesi di tutti gli elementi tradizionali messi al loro giusto posto. Ritmiche puntuali e geometriche, chitarrismo pungente ma senza eccessi, belle impennate solistiche ed arrangiamenti eleganti. L’atmosfera complessiva del disco appare sobria e levigata, con diverse incursioni nel romanticismo radiofonico, ed in particolare si nota l’accurata pulizia di fondo che spiana qualsiasi asperità possa risultare fastidiosa per un pubblico genericamente adulto.
Come spesso accade in questi casi ciò che manca è la vera ispirazione, il soffio di genialità che renda tutto meno rigido e prevedibile.
I Faith and Fire hanno trattato la materia con competenza ma anche in modo scolastico, limitandosi a seguire alla lettera il manuale d’istruzioni per un compitino privo di errori ma di scarsa incisività.
Canzoni ben fatte, ottime magari come sottofondo durante un lungo viaggio, ma sostituibili con un milione di altre dello stesso tipo.
Si elevano dalla media del lavoro l’agrodolce “Villanelle” per il suo retrogusto un po’malinconico, la robusta e marziale “Ready” e la composita title-track, divisa tra spunti orecchiabili e dimostrazioni di tecnica strumentale, ma neppure questi validi episodi giustificano un interesse più che superficiale.
Alla fine questo si dimostra uno dei tanti side-project che infestano il mercato odierno, formazioni che indipendentemente da scelte musicali più o meno alternative finiscono per attirare solo i fans già acquisiti dai protagonisti, restando bellamente ignorate dal resto del pubblico rock.

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