Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2007
Durata:59 min.
Etichetta:Metal Heaven
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. PINS AND NEEDLES
  2. 66
  3. REACH OUT AND TORMENT AGAIN
  4. WALLS
  5. Y.G.B.F.K.M.
  6. IT'S SAD
  7. CHAINED
  8. WORMS
  9. THE SIGN OF THE CROSSED
  10. THE TIME
  11. METTLE EASTERN
  12. IN THE MIDST
  13. QUAALUDIO
  14. THE TEMPLE

Line up

  • Chris Caffery: all vocals, all guitars, bass, solo on “worms”, marching drum on “walls”, additional percussion, additional keyboards
  • Yael: drums
  • Nick Douglas: bass
  • Dave Eggar: cello and string arrangements
  • Paul Morris: piano and keyboards
  • Lucia Micarelli: violin on “mettle eastern”
  • Ferdy Doernberg: keyboard solo on “mettle eastern”
  • Paul LaPlaca, Nik Chinboukas: additional keyboards
  • Alex Skolnick: ending guitar solo on “it’s sad”
  • Marcus DeLoach: opera vocals on “the time”
  • Nik Chinboukas: additional drum magic

Voto medio utenti

“Powerful, aggressive, experimental …”, con l’utilizzo di questi aggettivi si esprime la press release di “Pins and needles” e direi proprio che azzecca completamente l’essenza del terzo parto solista di Chris Caffery.
Il nuovo disco dell’impegnatissimo (nel suo curriculum Savatage, Trans-Siberian Orchestra, Doctor Butcher, Circle II Circle, John West, ecc.) e talentuoso musicista americano è davvero un attacco potente ed aggressivo, ma appare anche parecchio sperimentale e “trasgressivo”, tanto che credo istigherà qualche perplessità in chi si aspettava una replica del tipico Savatage sound, una delle band più amate dal popolo metallico.
Intendiamoci, il punto di partenza in fondo è quasi inevitabilmente quello, così com’è assolutamente evidente che anche dal punto di vista vocale il maestro principale del buon Chris sia proprio Jon Oliva, dal quale mutua in maniera manifesta la famosa e caratteristica espressività allucinata, tuttavia bisogna anche dire che in “Pins and needles” c’è anche un forte richiamo alla “modernità”, ad una certa forma di crossover “illuminato” (addirittura mi è sembrato di cogliere talvolta un approccio un po’ Faith No More-esque!) che rende il Cd assai interessante e particolare, più o meno come se gli autori di “Gutter ballet” fossero stati “vittima” di un prepotente trip “innovatore” e questo sia il risultato musicale di tale accadimento.
Ecco, quindi, che accanto a “The Temple”, introdotto dal breve “Quaaludio”, situazioni dalle caratteristiche sonore piuttosto “familiari” (comunque ottimamente interpretate), il germe dell’estrosità e della genialità “psicotica” comincia ad insinuarsi nel tessuto connettivo della title-track, a manifestarsi nelle vaghe obliquità di “It’s SAD” o nelle piccole deviazioni melodiche di “Chained”, per prendere decisamente il controllo delle operazioni in “Reach out and torment again”, nella volubile “Walls” (in cui compaiono addirittura, in contrapposizione ad un fascinoso clima simil-gotico, bagliori jazz), nell’intrigante sregolatezza di “Worms” (con Caffery che si cimenta pure al sax!) o ancora nell’irruenza immaginifica di “The sign of the crossed” e nei contrasti tra il vaporoso, il sinfonico e l’inquietante, coesistenti in “The time”.
Molto belli, poi, il groove ultra-traente di “Sixty-six” e l’ibrido metallico-mediorientale denominato “Mettle eastern” (sulla copia del Cd utilizzata per questa recensione il titolo di questa traccia è “Metal east” … uno dei numerosi errori presenti nella tracklist del promo, che però descrive forse ancora meglio il contenuto della canzone!), con un brillante lavoro al violino, appannaggio dell’ospite Lucia Micarelli, mentre complessivamente solo discreta, benché abbastanza coinvolgente, è da giudicare la massiccia “Y.G.B.F.K.M.”.
Impossibile non magnificare l’abilità e la fantasia di un chitarrista strepitoso (e non è una novità!) nel suo campo specifico, il quale però, con questo lavoro, consolida in maniera sostanziale la sua immagine d’artista a tutto tondo.
Più forte della chiusura della Black Lotus (che aveva già licenziato i suoi due lavori precedenti e che avrebbe dovuto farlo anche con questo) avvenuta durante le fasi di mixaggio dell’album, Caffery ha trovato nella Metal Heaven un nuovo partner per diffondere questa sua “cosa”, con la quale ha la possibilità di esprimere tutto sé stesso e non possiamo che augurarci che il pubblico accolga come merita questo eccellente pezzo di plastica ed alluminio, auspicando che esso, citando ancora una volta il materiale promozionale, possa veramente “… to catch the ears of any metal fan”.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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