Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:68 min.
Etichetta:InsideOut Music
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SCARSICK
  2. SPITFALL
  3. CRIBCAGED
  4. AMERICA
  5. DISCO QUEEN
  6. KINGDOM OF LOSS
  7. MRS MODERN MOTHER MARY
  8. IDIOCRACY
  9. FLAME TO THE MOTH
  10. ENTER RAIN

Line up

  • Daniel Gildenlow: vocals, guitars, bass
  • Johan Hallgren: guitars
  • Fredrik Hermansson: keyboards
  • Johan Langell: drums

Voto medio utenti

Un album complesso, quello dei Pain of Salvation, non tanto per l’originalità della proposta, quanto per il conseguente senso di straniamento che ne deriva al termine delle dieci tracce che lo compongono.
“Scarsick” stupisce, disarma, inquieta.
Sono bastate poche briciole di gossip per scatenare dibattiti e commenti fin da subito, per allertare i sensi vigili e attenti delle migliaia di fan che attendevano con fibrillazione la pubblicazione dell’ottavo lavoro di Gildenlow e compagni.
E ora, mentre le note riempiono la stanza, l’aura di mistero che circonda questa release si squarcia e lo smarrimento prende il sopravvento sulle emozioni.
La ricercata macchinosità di “Be” lascia il posto ad un sound empaticamente e stilisticamente più fruibile, puntellato di rimandi prog ed influenze trans-oceaniche.
Abbandonata la consueta tripartizione dei lavori precedenti, “Scarsick” si compone di due sezioni moderatamente contrastanti, la prima in cui si sperimentano confini musicali tangenziali rispetto alle consuete sonorità proposte dal combo svedese, la seconda invece più in linea con il percorso musicale intrapreso dalla band.
La sfacciataggine dell’universo pop del XXI secolo rimbomba nella title track “Scarsick” e in “Spitfall”, in cui emergono prepotentemente richiami all’ultimo Mike Patton (quello dei Peeping Tom e delle più recenti collaborazioni per intenderci) sia nel cantato che nell’impianto ritmico dei pezzi.
Il tempo rallenta e l’atmosfera si colora di toni lividi e opachi con la coinvolgente “Cribcaged”, per esplodere quindi in un arcobaleno devastante in “America”, satirica e graffiante, e nell’irresistibile groove di “Disco Queen”.
La delicata “Kingdom Of Loss” apre un po’ in sordina la seconda sezione del disco, che risulta complessivamente meno emozionante rispetto a quanto ascoltato in precedenza. I passaggi sussurrati degli intramezzi e del ritornello ripropongono sonorità già sperimentate in capolavori quali “Be” e “The Perfect Element”. Chitarre distorte e stoppati per “Mrs Modern Mother Mary”, loop elettronici e voci filtrate nell’eclettica “Idiocracy” spianano la strada verso una conclusione non definitivamente convincente in cui si rincorrono gli spaccati graffianti di “Flame To The Moth” e l’irrisolta compiutezza di “Enter Rain”.
Come ci ricordano il diretto interessato “negli album precedenti, in particolar modo in “Be”, sono stati affrontati criticamente argomenti di carattere sociale, puntando l’attenzione sull’aspetto psicologico del tema e su questioni esistenziali più in generale. Scarsick è la risposta a tutte queste domande”.
Una risposta che risulta a tratti sussurrata nella sua smisurata eterogeneità ed innegabile genialità.
Recensione a cura di Silvia 'Kleo' Colombo

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 gen 2017 alle 13:31

Una raccolta di scarti. Insufficiente.

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