Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2006
Durata:45 min.
Etichetta:Heavy Fidelity

Tracklist

  1. DEAD CITY DREAMING
  2. INTO THE LIGHT
  3. THE NARROW MIND
  4. WALL OF STARS
  5. BATTLEFIELD
  6. THE QUEST REMAINS
  7. DAWN DANCER
  8. ROADS OF LONELINESS
  9. TEMPLE OF IMMORTAL SHAME
  10. THE HALLS OF VALHALLA

Line up

  • Nico Adamsen: vocals
  • Mikael Dahl: guitars
  • Niclas Karlsson: guitars
  • Claes Wikander: bass
  • Stefan Svantesson: drums

Voto medio utenti

E’ un vero peccato che i Crystal Eyes, e di conseguenza la loro label personale Heavy Fidelity, non vengano distribuiti qui da noi in Italia.
Un peccato perché molti, non vedendo “Dead City Dreaming” nei negozi, non verranno mai a sapere nulla di questo piccolo capolavoro.
E mi sento di ringraziare personalmente Mikael Dahl, chitarrista e leader della band, che ci ha personalmente spedito questo quinto album della fantastica power metal band danese che dopo un pur convincente “Confessions of the Maker” si supera clamorosamente, dando alle stampe un vero gioiello, migliore in tutto e per tutto a quanto pubblicato precedentemente.
La dipartita di Daniel Heiman, ex voce di Lost Horizon, mi aveva preoccupato non poco data la grande classe di quest’ultimo, ma il nuovo arrivato Nico Adamsen davvero non fa rimpiangere nulla, anzi è la ciliegina sulla torta di un album che davvero farà la gioia di tutti gli appassionati di power e classic metal; infatti “Dead City Dreaming” è un perfetto connubio di questi due generi, un disco che vede dei Crystal Eyes più pesanti, più aggressivi nei riffs che rimandano molto alla scuola ottantina, ma sempre con quello squisito senso di melodia e quel trademark esclusivo che rappresenta ormai da anni la band di Dahl, da quel grezzissimo ma autentico caposaldo del becer metal a nome di “World of Black and Silver”, datato 1999.
Ovviamente la band ad oggi è molto cambiata, ma fortunatamente in meglio, ed ogni singolo dettaglio sembra essere stato studiato al millimetro, pur senza dimenticare quella freschezza e quella esuberanza che davvero trasuda da ogni coro, da ogni ritornello che con gioia si lascia cantare a squarciagola. La presenza di Fredkik Nordstrom alla console ed il mix eseguito ai Fredman Studios sono sinonimo di qualità ed in effetti il suono è decisamente cristallino e potentissimo, richiamandoci alla mente quel “Legacy of Kings”; il tutto emerge dalle prime note della mid-tempos title track, posta come opener, che è il preludio al trionfo di questo album, con il suo chorus epico e maestoso e con un Mikael Dahl alla chitarra davvero portentoso, con degli assoli in pieno stile Maiden anni ’80 che lasciano i brividi sulla pelle!
Non si cambia registro con la successiva “Into the Light” e “The Narrow Mind”, più veloci e ritmate, che dimostrano le ottime abilità di Dahl sia in fase di ritmica che di assolo; infatti a causa dell’abbandono di Jonathan Nyberg, Dahl ha fatto tutto da solo, prima di assoldare accanto a lui una vecchia conoscenza della band, quel Niclas Karlsson che insieme a lui aveva fondato la band nel lontano 1995 e che ne era poi uscito per fondare i Convinction e suonare insieme a band più famose come Zonata e Freternia (autori nel 2000 di un disco letteralmente stupendo intitolato “Warchants & Fairytales), peraltro anche ex band del batterista Stefan Svantesson!
In definitiva, ottima la mano di Dahl che orna con grinta ed eleganza ogni brano del disco, mostrando un gusto melodico fuori dall’ordinario che raramente si era riscontrato negli ultimi anni di uscite di questo genere.
Indubbiamente i “duelli” tra le due chitarre (Hansen/Weikath dovrebbe dirvi qualcosa…) ed i ritornelli molto catchy sono il marchio di fabbrica dei Crystal Eyes, che fanno le cose semplici ma bene, ed anche sui brani meno canonici come la semi power ballad “Wall of Stars” possiamo apprezzare la grande voce di Nico Adamsen, che nonostante abbia delle caratteristiche completamente differenti rispetto al suo precedente collega, riesce da subito ad entrare prepotentemente nelle nostre grazie e nel Crystal Eyes sound al 100%.
Proseguendo tra up-tempos (“Battlefield”, “Dawn Dancer”) e mid-tempos (“The Quest Remains”, “Roads of Loneliness”) giungiamo al termine del disco con le finali “Temple of Immortal Shame”, dotata anche questa di un epico e battagliero chorus (sembra di ascoltare i Tyr in versione power!) e la lunga “The Halls of Valhalla” che conclude in maniera degna un disco che farà senza dubbio la felicità di tutti gli amanti del power e classic metal più roccioso e melodico, dai capisaldi (Iron Maiden, Judas Priest, Metal Church) alle nuove leve (Wolf, Freternia, Wyvern).
Da segnalare la stupenda copertina ispirata al racconto di H.P. Lovecratf "The Call of Chtulu".
Da avere assolutamente!!!
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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