Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:non disponibile
Etichetta:Dragonheart
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. RAZORBLADE GOD
  2. MAN AND MACHINE
  3. TO THE FUTURE
  4. INFERNO
  5. THE MATRIX
  6. GALADRIEL'S SONG
  7. LO SHAN SHEN LONG PA
  8. THE NEXT GENERATION
  9. WITCHES' DANCE
  10. KINGDOM OF MADNESS

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Ecco i Drakkar al loro terzo appuntamento discografico, "Razorblade God", e subito la copertina prende le distanze da quelle epiche dei precedenti dischi, proponendoci un'immagine più cruenta e fantascientifica (infatti è ispirata alla fortunata saga di "Hyperion" scritta da Dan Simmons). Ma le novità non si fermano alla parte grafica, perché la formazione, dopo essersi rinnovata per 3/5 con l'ingresso di Davide Dell’Orto, Daniele Persoglio e Corrado Solarino che si sono affiancati ai membri originari Dario Beretta e Christian Fiorani, ha dato anche una vigorosa sterzata alla propria musica. "Razorblade God", titletrack posta in apertura, lo dimostra esplicitamente, distaccandosi dal passato del gruppo, riff e ritmiche spiccatamente thrash e su tutto il cantato aggressivo di Davide. Qui è davvero difficile riconoscere i vecchi Drakkar, direi che il passato riemerge con maggior evidenza su "To the Future", dove un coro helloweeniano si accompagna a parti che ricordano i vecchi Annihilator (sottolineate dalla chitarra di Dario), e su un altro dei pezzi più belli del CD: la delicata ballad "Galadriel's song" ...ed anche i Drakkar si sono fatti incantare dal potere dell'anello!. Si tratta dell'unica escursione nella Fantasy, poiché la maggior parte dei pezzi sono ispirate dalla Fantascienza, come ad esempio "Man and Machine" e l'ottima "The Matrix", un pezzo potente e cadenzato, ma anche dal mondo dei Manga ("Lo Shan Shen Long Pa"). Si riferisce chiaramente a tutt'altro "Inferno" dove la mia attenzione è catalizzata dalla parte narrata, con la declamazione di alcuni versi della dantesca "Divina Commedia". Complimenti ancora a Davide, che si piazza tra il più ispirato Harry "The Tyrant" Conklin e Rob Halford, ma qui si eleva su tutti la prestazione di Corrado, che con le sue tastiere "retrò" è un'altra piacevole sorpresa dei "nuovi" Drakkar, quella che bilancia con la melodia ed il suo tocco Hard Rock l'aggressività sprigionata dai Drakkar su questo album. I cinque riescono anche a non sfigurare nei confronti di un gruppo storico come i Magnum dei quali riprendono "Kingdom of Madness" in una bellissima versione che chiude anche l'album. Beh, a dire il vero sul dischetto trova spazio anche il video di "To the Future" che nonostante i "limiti" con cui è stato realizzato, si rivela ben fatto e per nulla pacchiano. " Razorblade God" è un album coraggioso dove i Drakkar non hanno avuto paura di dare spazio alle novità ed alle varie personalità che compongono il gruppo, aprendosi a nuove frontiere "... là dove nessuno è mai giunto prima...!".
Uhm, scherzo, ma non ho citato Star Trek a caso, volevo rimproverare Dario per avermi illuso con "The Next Generation": nessuna attinenza a Picard e alla sua Enterprise, dato che fa riferimento all’ingegneria genetica. Avrei dovuto togliergli mezzo voto solo per questo!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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