Copertina 6

Info

Genere:Guitar Hero
Anno di uscita:2004
Durata:52 min.
Etichetta:Favored Nations
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BLUE 68
  2. ALL OF THEM WERE QUIET
  3. ROOM
  4. INSERT HERE PART 1
  5. ARCHAIC PEACE STRATEGIES
  6. FOUR SLICES OF TOAST
  7. MWAH2
  8. WORRYWART SPOONGUY
  9. WHEN DRUMS DREAM
  10. INSERT HERE PART 2
  11. NOT JUST FLUTES
  12. QUIET?
  13. BULLIES

Line up

  • Mike Keneally: electric and acoustic guitars, electric piano
  • Metropole Orkest: orchestration
  • Orchestra Conducted by: jurjen hempel

Voto medio utenti

Progetto ambizioso questo "The Universe Will Provide" di Mike Keneally, esperto chitarrista con alle spalle quasi una decina di album, oltre a importanti collaborazioni con Frank Zappa e Steve Vai. Prodotto da se stesso e co-prodotto da Steve Vai esce proprio per la Favored Nations, la casa discografica di Steve Vai.
Le influenze di Keneally, che ricordiamo essere anche tastierista, cantante e percussionista, oltre che ovviamente virtuoso della chitarra, sono da trovarsi come egli stesso cita nella sua bio nelle colonne sonore di Stanley Kubrick, in Wendy Carlos, The Beatles, Frank Zappa, Fred Rogers, The Smoothers Brothers, Warner Bros / Looney Tunes themes, Stravinsky.
Da ciò si evince che questo album è veramente un ibrido di musica rock, musical, suoni minimalisti, cartoon noises, movie themes e musica classica. Spero che i lettori comprendano le indiscutibili difficoltà nel recensire questo lavoro.
Keneally è accompagnato per l'occasione dalla Metropole Orkest Olandese che vanta 50 musicisti e innumerevoli collaborazioni (Elvis Costello, Brian Eno, Andrea Bocelli, Art Garfunkel, Gloria Gainor, Steve Vai) che spaziano dal pop alle colonne sonore, dai gingles televisivi alle musiche per cartoni animati.
Il progetto o se vogliamo dire la novità di Keneally è quella di proporre una chitarra elettrica che suona con un'orchestra non sinfonica, e comunque niente a che vedere con la musica classica, ma creando una specie di Musical ibrido strumentale che talvolta ha i contorni della musica charleston anni '50 e da cabaret. L'intro "Blue 68" è molto dolce e soave con la chitarra acustica di Keneally accompagnato dal tappeto d'archi della Metropole Orkest e fa ben sperare per il proseguo del lavoro. Ma con il secondo pezzo "All Of Them Were Quiet" il sound diventa veramente intricato: Keneally parte con una fuga in stile fusion mentre in sottofondo l'orchestra suona un ritmo charleston stile anni '40-'50. Poi il ritmo cambia, cosa molto frequente in quest'album, si fa meno caotico, ma nel finale è un tripudio di rumori (tipo quelli che provocano gli inseguimenti tra Gatto Silvestro e Titty...) e di squilli di trombe. Il disco sostanzialmente procede con questi complicati temi per tutta la durata dell'album alternando generi e influenze sopra citate con alcuni sporadici inserti funky ("When Drums Dream"), fusion ("Worrywart Spoonguy"), blues ("Four Slices Of Toast") e qualche parte addirittura senza tamburi e percussioni ("Mwah2", "Insert Here", "Quiet"). Keneally ha dichiarato che quest'album rappresenta un'esperienza catartica fondamentalmente generata dall'esperienza con Frank Zappa ma vista dagli occhi, dalla mente e dal cuore di se stesso all'età di otto anni ("a collaboration between me and my eight-year-old-self"...!?!). Proprio questo aspetto lo rende quanto mai complesso ed intricato, nonostante le orchestrazioni della Metropole Orkest e il guitar-fusion di Keneally siano di pregevole fattura.
E' anche in commercio un album di Mike Keneally dal titolo "Mike Keneally's Vai Piano Reductions" in cui Keneally suona col piano elettrico alcuni pezzi storici di Steve Vai.
Musica d'avanguardia, sicuramente per i più oltranzisti del genere e per chi cerca qualcosa di veramente strano e complicato.
Recensione a cura di Emanuele Goffo

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