Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:58 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BETTER FROM A DISTANCE
  2. TAKEN (THE IGUANA SONG)
  3. I DON'T CARE
  4. REMIND ME
  5. GOTTA HAVE YA
  6. HEY YOU
  7. STAND UP
  8. CAN'T ESCAPE THE FIRE
  9. I CAN'T LET YOU GO
  10. ROCK ME
  11. NEVER SAW IT COMIN'
  12. KEEP ON ROCKIN'
  13. PT SLIDE

Line up

  • Pat Travers: guitar, vocals
  • T.M. Stevens: bass
  • Carmine Appice: drums

Voto medio utenti

Pat Travers e Carmine Appice insieme superano il secolo di vita e portano sulle spalle una gigantesca montagna di musica. Il chitarrista vanta una carriera solistica che si perde nella notte dei tempi, mentre il batterista ormai quasi sessantenne ha percosso le prime pelli verso la metà dei '60 con i Vanilla Fudge per poi suonare con mezzo mondo rock, dai Cactus ai King Kobra, da Ozzy a "Gonzo" Nugent.
Quando tali veterani decidono di produrre qualcosa insieme non è certo per andare dietro a strambe mode dell'ultima ora, nemmeno per raggranellare una manciata di spiccioli con quattro canzonette, semplicemente sono guidati dalla passione per la musica, ciò che è il loro lavoro, il loro hobby, la vita stessa e forse anche la magica pozione che li conserva ragionevolmente freschi e dinamici malgrado lo scorrere del tempo.
Quindi una delle motivazioni primarie è il divertimento, ed è questo che traspare da "It takes a lot of balls", album classico e schietto nel quale i musicisti non cercano avventure, riversando la loro straordinaria esperienza nel campo che hanno frequentato da sempre: il puro hard rock.
Per ottenere un buon risultato è stata scelta l'inossidabile struttura da power-trio ingaggiando il bassista T.M. Stevens, già session-man di Steve Vai e Joe Cocker, ed in tutta rilassatezza è venuta fuori quest'ottima antologia di rock seventies, genuino come pochi.
Riffs di gran classe e melodie anthemiche, magnifici assoli e ritmiche irresistibili, nessuna novità clamorosa ma una dose enorme di quell'energia e spontaneità che spesso difetta alle giovani bands, troppo impegnate a studiare il look "giusto" ed a cercare d'interpretare rigidamente i canoni di qualche stile. A Travers e Appice è bastato invece proseguire in quello che hanno fatto per tutta la carriera, comporre buoni pezzi rock e suonarli con grinta e determinazione per ottenere un disco forte della sua semplicità.
Molti i brani meritevoli, dalla tosta opener "Better from a distance" al fangoso rockblues "I don't care" splendente del solismo torcibudella di Travers, dalle assolate vibrazioni funky in "Stand up" al liquoroso profumo sudista della rocciosa "Remind me" e della più melodica ed elegante "Can't escape the fire", fino a chiudere in piena potenza con la tambureggiante "Keep on rockin" dove il trio sfodera un saggio di hard rock massiccio e pulsante. Poche invece le ombre, non regge l'esperimento "Gotta have ya" con rischiose vocals quasi rappate decisamente fuori contesto, debole la poppeggiante "I can't let you go" ed un po'manierista la romantica ballata "Hey you". Piccoli nei che non intaccano più di tanto questo compendio di rock duro che segue le sane regole della tradizione, ma senza apparire come l'ennesima lezione di antichi e barbosi maestri. Senza arrogarsi il diritto di insegnare nulla a nessuno, Travers e Appice mettono a frutto i loro trascorsi infiniti per un sereno esempio di classe, entusiasmo e dedizione alla musica rock.

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