Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:65 min.
Etichetta:Loudblast

Tracklist

  1. SCANNER
  2. AMNION
  3. DOKTOR ZERO
  4. THE SLEEPER
  5. MILK BOX
  6. PORNO TEA
  7. VAMPIRE SUPERMARKET
  8. VORTEX
  9. TESTER
  10. SIMON 1
  11. DOUNAT BOY (AND HIS CHOCOLATE GIRLFRIEND)
  12. SIMON X
  13. AMIGDALA

Line up

  • Sgt. Soda: vocals
  • Sasuke: guitars
  • Ste': bass
  • Mr. Sulu: drums

Voto medio utenti

Dopo lo split di qualche anno fa con gli altrettanto promettenti Homer, non avrei mai pensato ad un futuro attuale così radioso per i Ninefold, band ravennate in forza alla sempre più attiva Loudblast. In verità si rimane anche notevolmente sorpresi all’ascolto di “Motel”, dopo che il precedente lavoro mostrava influenze pesantemente di natura “korniana”, valide ma notevolmente inficiate dal punto di vista della personalità. I Ninefold hanno sterzato decisamente in altra direzione e “Motel” ci appare oggi un lavoro variegato, complesso e particolare, particolarmente dedito a sonorità care ai Tool ma capace di spaziare in lungo ed in largo, dal rock acustico melodico, a momenti vicini all’hardcore più pesante, fino al se vogliamo più scontato movimento nu-metal, mantenendo sempre una notevole qualità di fondo in tutte le varie sfaccettature presentate, tra cui troviamo anche insegnamenti di scuola Deftones e qualche vago sapore degli Opeth di “Damnation” negli episodi chitarristici dell’album, come è possibile ascoltare in “Milkbox”. “Motel” è un disco che, a causa delle peculiarità appena descritte, va assimilato con la dovuta calma e fatto crescere ascolto dopo ascolto, in modo attento e paziente, per questo apparirà piuttosto indigesto e, passatemi il termine, “noioso” per l’ascoltatore medio. Fra suoni liquidi, atmosfere eteree ed attacchi allucinati, il limite più grande che si scorge è quello di una produzione troppo povera rispetto ai grandi nomi, ai quali basta disegnare qualche semplice riff qua e là per affidarsi alla presenza importante di un sound che fa tutto da solo; se da una parte questo significa che i Ninefold fanno le cose per bene da soli, senza l’appoggio di una qualità che solo i soldi sanno dare, dall’altra l’assenza di un muro sonoro come si deve si fa avvertire. Da segnalare come episodi particolarmente positivi la già citata “Milkbox”, la tempi dispari “Porno Tea” e la schizzata “The Sleeper” in un album davvero valido al quale tutti gli amanti delle suddette sonorità dovrebbero concedere un ascolto. Prima di innamorarsene.
Recensione a cura di Wes Lukjer

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