Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:41 min.
Etichetta:Brownhouse
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. THE BALLAD OF JODY FROSTY
  2. VOICE AND THE VISION
  3. I WALK BESIDE YOUR LOVE
  4. BELA ALEF ROSE
  5. BROWN HOUSE ON THE GREEN ROAD
  6. HEY DIANA
  7. STILL ON THE HILL
  8. THE DESERT SONG
  9. OFF TO TIKI TI
  10. IT'S SO HARD
  11. JINDALEE JINDALIE
  12. DON'T GET CAUGHT BY THE HUNTSMAN'S BOW

Line up

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Dopo averci deliziato lo scorso anno con un bellissimo live, frutto della collaborazione Masters of Reality/QotSA, Chris Goss ha ignorato le sue tempistiche abituali che prevedono lunghe pause tra un lavoro e l'altro ripresentandosi con un nuovo ed inaspettato album da studio.
Noto subito che "Give us Barabbas" si annuncia con doppia firma MoR/Goss, ibrido che fa intuire l'indecisione di considerare il disco come il settimo della band oppure vero e proprio progetto solista del popolare musicista-produttore. Infatti i brani sono tutti opera di Goss, tranne poche eccezioni come la cover "It's so hard" di John Lennon, composti lungo l'intero arco della sua ultraventennale carriera. Canzoni che per un motivo o l'altro non hanno trovato posto in precedenza ed ora vengono raggruppate grazie ad un'evidente affinità strutturale. E' chiaro che Goss abbia voluto dare qui libero sfogo al proprio lato "soft" ed intimista con un disco prettamente acustico e riflessivo, mettendo in luce quelle radici country e pop-folk talvolta già emerse all'interno della cerchia desert-rock che fa capo al Rancho de la Luna, basti ricordare l'Orquesta del Desierto o alcune cose degli Earthlings? o delle stesse Desert Sessions e così via.
Interamente pervase da un'atmosfera romantica e bucolica, quasi tutte le canzoni del disco sono tenere ballate cantautorali forse pensate per qualche serata intorno al fuoco davanti a pochi e fidati amici. Certo non tutti si possono permettere di iniziare con gli otto delicati e rarefatti minuti della country-jam "The ballad of Jody Frosty", certamente ricca di poesia nostalgica e di languidi violini nonché dello sviluppo di un riff già sentito su "Flack'n'flight", però rischiosamente prossima ad un pronunciato effetto narcolettico. Goss ha voluto un lavoro dal quale fossero bandite l'isteria e la violenza, un'album maturo di rock senza tempo che fosse in grado di cullarci con la malinconia notturna di "Bela alef rose", di giocare finemente con il pop Beatlesiano in "I walk beside your love" e con i limpidi mandolini e balalaike di "Voice and the vision", di agitare la sonnacchiosa "Hey Diana" con una bella lead acida e lunare o ancora di ripescare e rigenerare una lontanissima "The desert song", scritta ai tempi della collaborazione con Ginger Baker, facendoci riassaporare per un attimo il gusto settantiano del folk-rock di classe.
Canzoni di rara sensibilità melodica, eleganti carezze che inducono a profonde riflessioni, eppure a tratti fiuto un sottile sentore di cose raccogliticce, di improvvisata antologia nella quale i brani forti, pur numerosi, sono contornati da roba di secondo piano, vedi le filastrocche quasi infantili "Off to tiki ti"e"Don't get caught.." o l'eccessiva mollezza della zuccherosa "Jindalee jindalie" nella quale c'è il contributo vocale di Scott Weiland, che non sembra consona al livello di uno dei profeti del nuovo rock Americano.
Oltretutto la scarsa presenza di elettricità aggrava la sensazione di un'album un po'esangue, pur col soccorso di un paio di rockblues morbidi e sinuosi come "Brown house.." e la già citata "It's so hard", i quali non bastano a spostare il baricentro di un lavoro votato alla tranquilla rilassatezza ma perlomeno ravvivano il clima fissamente meditativo.
Un disco nel quale l'impronta di Goss si impone ovunque, esempio anche la carrellata dei suoi disegni vagamente Voivodiani inserita nel libretto, che rappresenta forse una fase interlocutoria per l'artista e non certo un punto d'arrivo. Per chi attende il nuovo capitolo dei MoR è consigliabile aspettare la prossima uscita, se invece cercate buon rock melodico ed intelligente "Give us Barabbas" è comunque una valida scelta.

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