AA.VV. - Hazy dreams, not just a Jimi Hendrix tribute

Copertina 6

Info

Genere:Compilation
Anno di uscita:2003
Durata:47 min.
Etichetta:Pick Up
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. HEY JOE
  2. VOODOO CHILD (SLIGHT RETURN)
  3. PURPLE HAZE
  4. LITTLE WING
  5. CROSSTOWN TRAFFIC
  6. FOXY LADY
  7. CASTLES MADE OF SAND
  8. ALL ALONG THE WATCHTOWER
  9. MANIC DEPRESSION
  10. WIND CRIES MARY
  11. HIGHWAY CHILE

Line up

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Straordinario genio innovatore della rock music o sopravvalutata icona di nostalgici frikkettoni, non si può comunque negare che la fama di Jimi Hendrix abbia valicato i confini della musica elettrica e resistito alle ragnatele del tempo. Uno dei pochi artisti al mondo la cui produzione postuma è decine di volte superiore a quella reale ed anche i tributi a lui dedicati hanno raggiunto quantità considerevoli.
Ora se ne aggiunge uno nuovo di zecca, coordinato dal bassista-produttore Fabrizio V.Zee Grossi (già con Steve Vai ed Ice T) e da Pat Scalabrino, i quali hanno attivato un notevole gruppo di amici pescati tra le aree musicali più disparate, dal rap al funk, dalla techno al metal, ecc.
Troviamo quindi fianco a fianco gente come Ice T e Robert Trujillo, fresco Metallica, Traa Daniel (P.O.D.) e George Clinton (Parliament/Funkadelic), Steve Lukather e Greg Bissonette, un miscuglio eterogeneo che è riuscito a dare vita ad un disco interessante, imprevedibile e non scontato.
Più che di una raccolta di cover parlerei di libere interpretazioni dei temi di Hendrix, manipolati e trasfigurati in modo da renderli a tratti quasi irriconoscibili.
Siccome faccio parte dello schieramento che preferisce i remake fantasiosi, un po’ bizzarri e stravaganti, piuttosto che riletture magari tecnicamente ineccepibili, precise e puntigliose ma scolasticamente identiche agli originali, ho trovato intrigante questo “Hazy dreams” pur se i brani seguono linee che non sono abituato a frequentare.
“Hey Joe” qui diventa un robusto pestone nu-metal-rap, “Voodoo child” una sensuale e carnale orgia funky-rock che non sarebbe spiaciuta al grande Jimi, “Purple haze” tra un assolo e l’altro viene infarcita di loops elettronici e modernissime sventagliate rap, ed il tributo prosegue su questa strada che forse farà storcere il naso ai puristi ma è indiscutibilmente più originale e meno barbosa che riproporre le solite versioni già sentite centinaia di volte, spesso identiche tra loro.
Diciamo ancora di una fiammeggiante “Crosstown traffic” con Gilby Clarke (Guns & Roses) alla chitarra, una stravoltissima “All along the watchtower”, e l’inattesa atmosfera acida e fumata di “Manic depression”, della quale comunque ho in mente un’interpretazione da brividi del truce Pete Steele epoca Carnivore.
Bando ai ricordi, veniamo all’argomento che realmente sconvolge gli appassionati rock/metal, per il quale sono esplosi dibattiti furiosi, tavole rotonde a livello nazionale, forse anche interrogazioni parlamentari…: il voto!
Serve? Inutile? La gente guarda solo quello? Non legge proprio le recensioni? Qualunque sia la vostra opinione, tempo fa avevo scritto che visto il proliferare esagerato dei tributi e la loro relativa utilità all’interno di una saggia discografia, salvo tonfi clamorosi (rari..) o picchi storici (miracoloso…), avrei assegnato la semplice sufficienza, il vetusto “sei politico”. Così faccio anche per “Hazy dreams”, ma per i pochi che si sono presi la briga di leggere il commentino ho reso l’idea di un lavoro discretamente gradevole ed un po’ fuori dalle righe.
Piuttosto di sciropparsi il milionesimo bootleg di Jimi strafatto che strimpella nel bagno (vi assicuro che hanno pubblicato cose indecenti ed offensive per la memoria di questo mitico musicista..) potreste invece divertirvi con questa raccolta assai particolare e prepararvi per il suo seguito che riguarderà i Led Zeppelin.

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