Copertina 4,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:38 min.
Etichetta:Osmose
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HYBRID
  2. MY NAME ARE THREE SIXES
  3. Z PAGE IA - IDON ODMICALZO
  4. DECIMAL
  5. LAST WAY
  6. VORTEX
  7. YOU ARE GOD
  8. I'M DEAD
  9. FLASH
  10. B.O.R.Y.S. IX
  11. SMELL OF PAIN
  12. PAGAN FEARS

Line up

  • ARO.666: guitars, vocals
  • J NEREXO: drums
  • R.af "Buzzer": guitars
  • Paul: bass

Voto medio utenti

Quanto è difficile giudicare l'album di un gruppo appena arrivato al debutto discografico per la Osmose. Sarà che ultimamente sono piuttosto scettico riguardo alle proposte musicali di questa label ormai giunta al declino, ma ripensando ai tempi in cui riusciva a regalarci i (capo)lavori di personcine come Immortal, Impaled Nazarene e Dark Tranquillity (solo per citare qualche nome) non credo che questo pregiudizio sia del tutto immotivato. I polacchi Shadows Land, probabilmente esaltati per l'esordio su un'etichetta storica, hanno pensato di fare subito il botto riempiendo "Ante Christum (Natum)" di materiale fino a farlo praticamente esplodere. E' un difetto comune a molte band alle prime armi, ma negli Shadows Land questo problema è davvero accentuato rasentando in alcuni punti la catastrofe. La carne al fuoco è tantissima, il gruppo spazia tra diversi generi a partire dal metal estremo a soluzioni quasi jazzate, i cambi di tempo sono inaspettati e repentini... ma purtroppo tutto quello che la musica riesce a trasmettere sono emozioni estremamente nervose e disomogenee, senza alcuna soluzione di continuità. Non basta l'inserimento di qualche pezzo elettronico, o di qualche riff più heavy à-la Death per mantenere vivo l'interesse, e più che la noia è la sensazione di fastidio che l'ascolto finisce per suscitare in alcuni punti. Peccato, perchè le capacità tecnico/esecutive al di sopra della media avrebbero giustificato tutt'altra fine per un lavoro del genere... ma quando si arriva a non vedere l'ora che un lavoro finisca significa che al di là dei meriti del gruppo l'album non è riuscito a colpire. La cover di "Pagan Fears" messa intelligentemente a fine lavoro risolleva in parte le impressioni negative accumulate durante l'ascolto, ma non è sufficiente per cambiare di molto la valutazione. Rimandati alla prossima occasione, sperando che i nostri quattro polacchi sappiano scegliere in modo più oculato la grande quantità di idee che dimostrano di avere.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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