Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:42 min.
Etichetta:Underground Symphony
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. VULTURES PARADISE
  2. THE CUBE
  3. SCREAMS OF A DYING WORLD
  4. CHAINS OF LIFE
  5. D'AILLEURS
  6. WINTER TEARS
  7. TIERRA SANTA
  8. DIE YOUNG
  9. TIERRA SANTA (ENGLISH VERSION)

Line up

  • Folco Orlandini: vocals
  • Piero Paravidino: guitars
  • Paolo Chiodini: guitars
  • Andrea Tito: bass
  • Andrea Garavaglia: drums

Voto medio utenti

"Vultures Paradise" è il doppio Mini Cd che segna la fine della collaborazione della band con l'Underground Symphony. Registrato nella tarda primavera del 2000, è invece uscito solamente adesso, poco prima di "Off The Beaten Path", secondo full lengh realizzato per la nuova etichetta, Dragonheart. Questa mia recensione arriva quindi leggemente in ritardo, avendo infatti già commentato "Off The Beaten Path", ma mai quanto quello segnato dall'Underground Symphony. Come mi è già capitato con altri lavori usciti molto dopo la loro realizzazione, non posso esimermi dal commentare che si sente che è un lavoro vecchio di due anni: più vicino al debut album del '98 che non all'ultima realizzazione. Ma non bisogna sottovalutare questi quattro brani, a partire dalla scattante "Vultures Paradise" interpretata alla grande da Folco. Non arriva agli stessi livelli "The Cube" (bell'assolo comunque!), ma già la successiva "Screams Of A Dying World", sebbene parta in maniera molto melodica, ci ripropone il lato più energico dei Mesmerize. L'ultimo brano è l'interessante "Chains Of Life" dall'incedere ritmato e dal feeling retrò, con alcuni passaggi melodici, ben rimarcati da Folco, bilanciati da altri momenti in cui non si può non pensare ai Maiden.

Dicevamo che si tratta di un doppio Mini Cd che, come nel caso degli Shadows of Steel e gli Helreid, ha sul primo dischetto i brani della band e sul secondo delle covers, alcune scelte dal gruppo altre proposte dall'etichetta. E' il caso dei Tierra Santa, band spagnola dichiaratamente maideniana, dei quali viene presentata "Tierra Santa" sia in spagnolo che in una versione inglese adattata dal bassista Tito (io preferisco la prima!). Dalla Spagna alla Francia con una bella versione di "D'ailleurs" dei Sortilege cantata in francese. La più riflessiva "Winter Tears" dei Warlord è forse poco conosciuta e nemmeno troppo immediata, ma ascoltate bene il refrain e poi mi dite se questa non è una grande interpretazione vocale! Infine da un tribute album ai Black Sabbath viene riproposta "Die Young". Peccato non trovare tra queste cover anche la bellissima versione di "The Needle Lies" che i Mesmerize avevano realizzato qualche tempo fa per un tribute ai Queensryche. Purtroppo dopo averli ascoltati dal vivo mi accorgo di come questi brani in studio non rendano altrettanto bene quanto on stage, sopratutto la stupenda titletrack. La produzione è infatti uno dei punti deboli di questo doppio mini, e mi chiedo cosa ci sia andato a fare il master sino in Finlandia ai Finnvox Studios.
Facciamo che tenerci questo "Vultures Paradise" così com'è, ma ricordiamo che propone dei Mesmerize più vicini al loro debut album (ma erano già bravi allora, eheh) che al loro ottimo ultimo album.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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