Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:46 min.
Etichetta:Iron Glory
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE END
  2. FORGOTTEN
  3. SLEEPY HOLLOW
  4. TORTURED EXISTENCE
  5. SOUL TAKER
  6. JACK
  7. THE CONQUERORS
  8. RETURN TO MORDOR
  9. RAGING FIST
  10. UNTIL WE MEET AGAIN

Line up

  • Pat Martinelli: guitars
  • Mike Benetatos: guitars
  • Felix Torres: bass
  • Mike Sabatini: drums
  • Bob Mitchell: vocals

Voto medio utenti

Pur avendo questo promo fra le mani (e nel mio stereo) ancora non riesco a capacitarmi del ritorno degli Attacker. Nati nel 1983 e subito accasatisi per l'allora nascente Metal Blade, il combo americano è fra i tesori nascosti più interessanti dell'intera scena U.S Metal; venuti alla ribalta nel 1985 con la pubblicazione del seminale "Battle At Helms Heep", cantato da Bob Mitchell, uno screamer che in quanto ad estensione vocale ha poco da temere anche da John Cyriis (ex Agent Steel), e scioltisi all'indomani di "Second Coming" (1988), disco che vedeva l'ottimo John Leone assecondare degnamente Mitchell dietro il microfono, gli Attacker hanno saputo far breccia nel cuore degli amanti del true metal più puro, non perdendo mai il loro supporto nemmeno nei momenti più duri della carriera, segnati dalla morte di Leone e del chitarrista Jim Mooney. Dopo la ristampa dei primi lavori, avvenuta nel 1999 a cura della Sentinel Steel, la band ha quindi deciso di dare un seguito ai due precedenti lavori: il risultato è "Soul Taker", un album sicuramente inferiore ai fasti del passato, ma che, oltre a presentare nuovamente Bob Mitchell in line up, mostra una band fedelissima alle proprie radici e non intenzionata a lasciarsi contaminare dai trend ora imperanti negli Stati Uniti. Ascoltando brani come "Tortured Soul" e "The End" è facile riconoscere le influenze esercitate da un certo thrash anni '80 caro a band come Helstar, fondato su un riffing movimentato, partiture di voce quasi sempre sopra le righe e melodie chitarristiche vicine alla NWOBHM più immediata. Anche la produzione, pur essendo totalmente inadeguata agli standard attuali, contribuisce a ricreare quella patina "datata" che ben si accosta al sound della band; le nuove generazioni probabilmente troveranno “Soul Taker” ostico e di difficile comprensione, ma coloro i quali hanno atteso questo momento per quasi quindici anni non resteranno delusi da un lavoro egregio e ricco di nuovi classici ("Raging Fist" è praticamente la "Slayer's Blade" del 2000). Non perdete la loro esibizione programmata il prossimo Aprile nell'ambito del cult festival Keep It True!
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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