Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:45 min.
Etichetta:Point
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. INTRUDER
  2. TROUBLEMAKER
  3. BLEED
  4. DROWNING
  5. DANCE WITH THE DEVIL
  6. HOW DOES IT FEEL?
  7. KISMET
  8. COME ON
  9. I DON'T LOVE YOU ANYMORE
  10. SHINE ON YOU
  11. WHEN THE LIGHTS GO DOWN (JOVEL SONG)

Line up

  • Gary Barden: vocals
  • Bernie Tormé: guitars
  • Don Airey: keboards
  • Michael Voss: guitars
  • Bertram Engel: drums
  • Bob Daisley: bass
  • Colin Hodgkinson: bass
  • Marco Minnemann: drums
  • Tommy Denander: guitars

Voto medio utenti

Il loro omonimo debut CD ed il successivo "Dream Machines" hanno ben venduto in Europa e Giappone, ora la terza fatica di Michael Voss (Casanova, ex-Bonfire) ha solo bisogno di un po' di ascolti e poi sarete impressionati da come questa "line-up all stars" combina il sound anni '80 con moderni elementi anni '90 usando anche loops e campionamenti. Davvero difficile non rimanere entusiasti del risultato, veramente originale ed innovativo, a cominciare dal sound spiazzante e a tratti campionato di "Intruder" (il refrain ricorda un po' "Thriller" di M. Jackson), con "Troublemaker" si va nel classic rock '70/80, "Bleed" è un magnifico brano melodico che fa buon uso di loops e suoni moderni, (esemplare la prestazione vocale dell'ex MSG, Gary Barden). "Drowning" è una perla rara e personale di rock melodico che fa largo impiego di chitarre e tastiere purpleiane, con un refrain che si stampa subito nella memoria. Il tono scade un poco con la strumentale semitribale "Dance With The Devil" (che mantiene comunque uno stile unico grazie anche all'uso dei cori). "How Does It Feel" è un incrocio tra Nick Cave, David Bowie ed i Pink Floyd (non aggiungo altro, dovete assolutamente ascoltarla), le melodie ed i cori di "Kismet" hanno dell'incredibile (vocalmente c'è un vago richiamo ai Van Halen di David Lee Roth, ma il tutto brilla ancora di luce propria), "Come On" è uno scatenatissimo hard rock'n'roll alla "Johnny Be Good", in "I Don't Love You Anymore" c'è un ritorno ad un sound più moderno, ed anche qui cori e melodie la fanno da padrone, le due successive ballads (in particolare la struggente ed atmosferica "When The Lights Go Down", con un grande keyboard solo centrale in stile Ayreon seguito da una chitarra pinkfloydiana) concludono il tutto, e la voglia di rischiacciare play è tanta, per cui, se volete davvero qualcosa di bello, personale, vario, originale, tecnico ma non troppo noioso e progressivo, "Intruder" è quello che fa per voi.
Recensione a cura di Carlo Viano

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