Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2002
Durata:48 min.
Etichetta:Regain
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. IN NOMINE SATANAS
  2. THE BLACK MASS
  3. A NIGHTS KINDOM
  4. THE BEAST OF MADNESS
  5. UNDER THE WINGS OF SATAN
  6. IN INFERNO I DROWN
  7. CROWNED AS PRINCE OF DARKNESS
  8. ANGEL CORPSE
  9. ENCIRCLED BY CHAOS

Line up

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Gran bel platter questo ‘In Nomine Satanas’! Era da tanto che non ascoltavo un disco Black capace di farmi sussultare in questo modo (a parte l’ultimo Dimmu Borgir, ma questa è un’altra storia). Cominciamo subito col dire che la produzione è ottima…e questo è una dato di fatto, visto che l’album è uscito dagli Abyss Studios con dietro la console Mr. Tommy Tagtren, ovvero colui che è destinato allo scettro di Mr. Peter Tagtren, che, come sapete, oramai si è chiamato fuori dai giochi di produzione. Comunque, dicevo, tengo subito a precisare la bontà della produzione, in quanto troppi dischetti Black Metal suonano come lavatrici impazzite penalizzando, ed, onestamente, ogni tanto le aiutando le bands. Constatato questo, posso dirvi che ‘In Nomine Satanas’ si sviluppa su coordinate si Black Metal, ma non del più oltranzista, anzi, sono chiari e lampanti i riferimenti alla scena New Wave of Swedish Heavy Metal ed al filone Epic Metal. Così, potrei sicuramente citarvi ‘Skydancer’ dei Dark Tranquillity che furono, gli ultimi lavori dei Black-Gods norvegesi ‘Immortal’ oppure l’epicità che contraddistingue i Mythothin, senza essere però cosi stagnanti nel songwriting. In questo platter si possono ascoltare pezzi brutali come l’opener ‘In Nomine Satanas’, il cui inizio è più che un effetto a sorpresa, o la terrificante ‘The Black Mass’, dove comincia a fare capolino la vena epica dei nostri, ma comunque in grado di fare piazza pulita…la terza traccia, ‘ A Nights Kindom’, invece, rappresenta l’ode al monumento Epic Black Metal, ed è caratterizzata da un mood che sinceramente mi ha un pochino commosso, ma ecco che l’oscurità ritorna, successivamente con ‘The Beast of Madness’ ed ‘Under the Wings of Satan’, songs che comunque mantengono viva e pulsante quella vena di epicità che riesce a diffondersi nonostante la brutalità del songwriting. La sesta track è, secondo il sottoscritto, sicuramente il capitolo migliore di questo ‘I.N.S.’,; una song che gira su un tempo meno sostenuto delle altre, con sfuriate qua e là, ma pregna di groove e di riferimenti al metal classico…Dark Tranquillity ed In Flames docet… (comunque sia chiaro, non fraintendetemi, i Ragnarok NON suonano come i due gruppi di Gothemburg!)…la triade di songs finali non si discosta molto dai valori e dalle considerazioni espresse per le prime tracks, andando a concludere in ascesa il platter. Un lavoro meritevole e molto buono, dunque, ma che i puristi del Black Metal sicuramente non ameranno, ma per chi è avvezzo al Black più Metal Orinted, allora Ragnarok diventa un acquisto d’obbligo.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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