Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2001
Durata:58 min.
Etichetta:Steelborn Records
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. MY DARK LORD
  2. WIZARD
  3. SON OF GODS
  4. LIGHT OF NEW AGE
  5. POWER OF THE RUNE
  6. CRIMSON SKY
  7. NEVERENDING BATTLE
  8. WIND OF TOMORROW

Line up

  • Luigi Maione: vocals
  • Daniele Mandelli: guitara
  • Alessandro Battini: keyboards
  • Andrea Galli: bass
  • Marco Polledri: drums

Voto medio utenti

"Son of Gods" è un album che ha aspettato a lungo prima di vedere la luce. Infatti, sono passati quasi un paio di anni prima che, già pronto, venisse pubblicato. Questo per problemi legati all'etichetta a cui il gruppo era legato all'epoca, e così l'album esce solo ora grazie alla neonata Steelborn Records (sottodivisione della Northwind). "Son Of Gods" è indiscutibilmente un album di discreto power/symphonic metal che ricorda gli Skylark ma anche i primi Secret Sphere. I brani sono tutti piuttosto lunghi ed articolati ed offrono dei bei momenti, anche se la resa sonora non è delle migliori: il sound è impastato e manca di dinamismo. I Dark Horizon pagano, a mio parere, la scelta di autoprodursi e di lasciare a Stefanini il solo compito di farne il Master. Così non riesce a risaltare quanto dovrebbe nemmeno un brano come "Son Of Gods", una ballad acustica che ha come ospite il soprano Elvira Maione e che mostra i denti nel finale. I cinque ragazzi fanno una bella figura, certo le tastiere di Alessandro spadroneggiano spesso i pezzi, ma tutti hanno il meritato spazio a loro disposizione. Luigi Maione (talvolta mi ricorda Roberto Messina) offre una più che soddisfacente performance, ma è lui, più degli altri, a soffrire della produzione. Tra i brani si segnalano l'opener "My Dark Lord", speed song dal gran tiro ed anche la stupenda "Crimson Sky" che dopo una lunga introduzione marziale si trasforma in una grintosa cavalcata per poi sfociare in ottimo assolo di chitarra ed uno stupendo, quanto breve, duetto tra delle campane e la sezione ritmica. Oltre a quanto già detto riguardo alla produzione, devo infine "bacchettare" i Dark Horizon anche per essersi fatti scappare qualche passaggio strumentale e qualche assolo di troppo, che hanno appesantito i brani, rendendoli meno fluidi ed accattivanti. Visto il tempo trascorso dalle registrazioni di "Son Of Gods" ad oggi, sono certo che la band è cresciuta e sicuramente non vede l'ora di mostrarci quanto è in grado di fare.
Se vi piace il genere però non aspetterei ancora fino al prossimo album per conoscere i Dark Horizon e darei una chance già a questo "Son Of Gods".
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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