Copertina 7,5

Info

Demo
Anno di uscita:2006
Durata:16 min.

Tracklist

  1. BIG BALOON
  2. LOST INSIDE THE BAZAAR
  3. THE BIG HIGH MOUNTAIN
  4. THE POND OF THE CLOWN

Line up

  • Fachir: vocals, classic guitars, drums
  • A. Gaza: guitars
  • G.P. Morelli: guitars
  • Max Matis: bass
  • C. Ormea: accordion

Voto medio utenti

Penso che i Fachir abbiano avuto buona sorte nel fatto che il loro demo, tra tanti collaboratori di Eutk, sia finito proprio in mano al sottoscritto (magari lo abbiamo fatto apposta no? sveglia, nonno!!! :PPP NdGraz).
Non certo per una vanteria sulla competenza musicale, bensì perché pur essendo il nonno della compagnia, fortemente legato al passato e magari anche fuori moda, credo di avere una delle mentalità più ricettive verso tutto ciò che esula dall’ortodossia metal.
E l’approccio a questo demo richiede senz’altro una buona predisposizione per le proposte alternative, visto che i Fachir possono essere un sacco di cose fuorchè una formazione metallica regolarmente inquadrata.
Anzi è addirittura problematico collocarli in tale contesto, pur se a tratti fanno affiorare qualche breve cenno di nervosa spigolosità heavy.
Direi invece che l’immagine più nitida trasmessa è quella di un bizzarro collettivo di sperimentatori che possono far pensare addirittura ai Gong o gente simile, i quali si divertono a spiazzare l’ascoltatore con improbabili miscele sonore sbilenche e trasversali. Questo non significa assolutamente che la loro musica sia qualcosa di raffazzonato o confusionario, al contrario i quattro brani presentati sono costruiti benissimo, piacevoli, originali, ed in più capaci di evocare un variopinto mondo di fantasia, un luogo magico e misterioso dall’atmosfera circense e zingaresca.
La ricetta prevede una base ritmica oscillante tra cenni rock e sintetici sprazzi metal, un rivestimento dal vago sapore settantiano e soprattutto sorprendenti intuizioni folk, acustiche country, melodie legate al romanticismo popolare, strani intrecci vocali, tutto assemblato con una bella leggerezza ironica che non perde mai di vista la semplicità della forma canzone. Proprio lo sviluppo efficacemente conciso e la chiara idea di quali sono gli obbiettivi da ottenere, sono a mio avviso i migliori segnali della maturità del gruppo. Dove altri si perderebbero in lungaggini jammistiche e dilatazioni spaziali per crearsi una personalità, i Fachir tratteggiano con pochi elementi essenziali episodi che esprimono ugualmente bene una evidente valenza psichedelica, paragonabile al fascino visionario di una favola psycho-pop.
Per tale risultato il gruppo si affida a schemi che prevedono il contributo di strumenti inconsueti, vedi l’incantevole fisarmonica dal feeling clochard di “Lost inside the bazaar”, oppure sfruttano contrasti di moderna cattiveria ed antica dolcezza come nella fase vocale serrata di “The big high mountain”, dove emerge anche una robusta vena di energia trascinante.
Molti gli spunti interessanti del disco, difficili da condensare tutti in poche righe tanto quanto collocare i Fachir entro un preciso filone e quindi individuare uno specifico pubblico adatto ad accoglierli. Si può ancora aggiungere che l’iniziale “Big baloon” è il brano dall’impatto più lineare ed immediato, grazie ad una riuscita combinazione di ritmo e melodia molto orecchiabili, mentre la conclusiva “The pond of the clown” presenta coordinate opposte che conducono al terreno della ballata d’atmosfera, con la ricomparsa degli inserti di fisarmonica e perfino un passaggio vocale nell’idioma nostrano.
Dunque in soli sedici minuti i Fachir mettono davvero tanta carne al fuoco. Un materiale con aspetti freschi e stimolanti che potrà crescere in direzioni inaspettate, vista anche la loro inclinazione a generare idee a prima vista un po’stravaganti ma che esaminate attentamente si rivelano tutt’altro che banali.
Una formazione che si posiziona volontariamente fuori dagli schemi con il rischio di rimanere ad uso e consumo di qualche nicchia, ma sottili richiami ad un atteggiamento goliardico ed esuberante del tipo Mothers of Invention porta a pensare che la band stia seguendo un progetto preciso e possa realizzare ottime cose in un futuro assai prossimo. Per chi ama la musica diversa dai soliti temi riciclati, questo è un nome da tenere d’occhio.

Contatti: Email: info@fachir.com - pistonk@libero.it Web Site: www.fachir.com

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