Copertina 8

Info

Anno di uscita:2002
Durata:57 min.
Etichetta:Lucretia
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. ANCIENT WINDS
  2. HERE I AM
  3. DISTANT THUNDER
  4. FOR TOMORROW
  5. TIME WILL COME
  6. OVER YOUR HEAD
  7. FAIRY TALE
  8. BLIND SPELL
  9. RITUAL
  10. PRIDE

Line up

  • Andre Matos: vocals
  • Hugo Mariutti: guitars
  • Luis Mariutti: bass
  • Ricardo Confessori: drums

Voto medio utenti

Torna Andre Matos e finalmente si sono delineate le sembianze dell'altra "faccia" della scissione Angra. Dopo il sorprendente album "Rebirth", ad opera della coppia Loureiro-Bittencurt, e l'interlocutorio Virgo, eccoci, dunque, a parlare di questo attesissimo Ritual, primo album col monicker Shaman che vede protagonista il terzetto Matos-Confessori-Mariutti.
Ancora una volta Andre Matos ha fatto centro: Ritual reincarna per sommi capi quello che gli Angra furono ai tempi di Holy Land, album capolavoro mai superato, con un'astuta e matura progressione. Non ci troviamo dinanzi ad un perfetto copia/incolla del suddetto, ma ad un disco che, pur mostrando la stessa impostazione ed approccio alla musica, esprime e dimostra una propria identità. Da un lato troviamo il classico stampo power metal sinfonico, uno dei tanti marchi di fabbrica della mente Matos, questa volta in verità meno straripante rispetto al passato, dall'altro una continua ricerca di nuovi suoni, un voglia continua e coerente di ricerca che esplora dal folk alla lirica, alla elettronica, ma senza mai esagerare o snaturare il sound di partenza. Ottime la scelte dei suoni in sede di mixaggio e le orchestrazioni (anche questa volta ad opera della rodatissima coppia S. Paeth/Miro), a mio modesto parere, punti cardine di Ritual insieme, ovviamente, all'eccezionale performance del protagonista indiscusso di questo lavoro: Andre Matos.
Ancora una volta non si smentisce, la sua impostazione vocale sembra maturata ancora di più rispetto al passato. Incantevole, espressiva, d'impatto dove occorre, riuscendo a dimostrare una maturità ed una freschezza che francamente lascia di stucco. L'impostazione vocale questa volta si adatta a seconda degli svariati contesti in cui si adagia… mostrando una forte, insospettabile dose di ulteriore aggressività. In alcuni punti più tirati e "powerosi" è davvero graffiante, ma allo stesso tempo un toccante pathos ed espressività nelle situazioni più d'atmosfera e tranquille.
Perfetto così, le basi su cui cominciare un nuovo discorso ci sono tutte, ora tocca agli Shaman lavorare e non adagiarsi su quanto fatto con questo disco.
Ottimo come back e se una non-scissione degli Angra avrebbe dato vita a successivi "Fireworks", allora dobbiamo ritenerci davvero fortunati…. Ora abbiamo degli Angra rivitalizzati e una nuova band su cui fare affidamento: Shaman!
Recensione a cura di Elio Bordi

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