Copertina SV

Info

Anno di uscita:1995
Durata:46 min.
Etichetta:Hellhound

Tracklist

  1. JUNKIE
  2. TO KILL A MONSTER
  3. PEACEMAKER
  4. WELL AWARE
  5. LOST IN TOMORROW
  6. MAIMED AND SLAUGHTER
  7. THE ZOMBIE DANCE
  8. STANDSTILL
  9. PRICE OF LIFE
  10. THE GATE
  11. MOTHERLESS
  12. UNORTHODOX

Line up

  • Dale Flood: vocals, guitars
  • Josh Hart: bass
  • Ronnie Kalimon: drums

Voto medio utenti

Della folta schiera di band provenienti dall’area di Washington, Stati Uniti, a partire dalla prima metà degli anni ’90 e poi lanciate sulla scena doom metal internazionale dalla tedesca Hellhound Records, gli Unorthodox (Maryland) ne rappresentano forse la realtà più interessante e creativa. Autori di due soli album, Asylum (originario nome della band in seguito abbandonato per omonimia con un gruppo pop dell’epoca) nel 1993 e il qui presente Balance Of Power, di due anni successivo, gli Unorthodox hanno, nella corso della propria breve discografia, saputo sapientemente distaccarsi dalla scia di doom metal band tradizionali quali Internal Void, Wretched o Iron Man per creare una personalissima proposta musicale lontana dai classici standard di questo genere e ad esso riconducibile solo per alcuni fattori. Il trio capitanato dal cantante/chitarrista Dale Flood, il quale vanta la presenza di un veterano del settore quale Ronnie Kalimon alla batteria (anche membro proprio di Internal Void e Iron Man), raggiunge a mio avviso l’apice proprio con questo secondo album, Balance Of Power, un' intelligente unione di ritmiche heavy rock, atmosfere psichedeliche e ispirazione doom che fanno di questa band un episodio piuttosto unico nel proprio settore. Il songwriting dei 12 pezzi in questione si fa denso, multiforme, articolato nonché sempre altamente ispirato, spesso lanciato verso aperture strumentali di grande fattura rivolte verso gli orizzonti della psiche, come in una “Lost In Tomorrow”. Le variegate composizioni si alternano tra episodi ben più incalzanti e sostenuti, quasi punk nell’indole, quale la successiva e breve “Maimed And Slaughter”, per poi ancora orientarsi verso il lato strumentale tanto caro agli Unorthodox, dove emergono chiari rimandi al rock progressivo anni ’70 di band quali i Rush su tutti, unito all’eterogeneità di una band quale i The Obsessed, con tutti gli strumenti impegnati in continue fughe ed inseguimenti lungo sentieri sonori spesso intricati e cangianti, come in “The Zombie Dance” o “Price Of Life”. Gli aspetti marcatamente doom emergono invece in una “Well Aware”, tra i migliori episodi dell’album, o in “The Gate”, ma sempre rivisti in chiave molto personale e con una spiccata vena drammatica e psichedelica che accompagna ogni singola traccia di questo Balance Of Power. Molteplici gli aspetti e le sonorità che si susseguono nell’ascolto di questo grande album, caratterizzato dal solo difetto di non essere proprio facilmente reperibile, ma che si impone come consigliato per gli estimatori delle sonorità meno standardizzate e più introspettive.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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