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Info

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Anno di uscita:1998
Durata:39 min.
Etichetta:Oracle

Tracklist

  1. PAGAN ALTAR
  2. IN THE WAKE OF ARMADEUS
  3. JUDGEMENT OF THE DEAD
  4. THE BLACK MASS
  5. NIGHT RIDER
  6. ACOUSTICS
  7. REINCARNATION

Line up

  • Terry Jones: vocals
  • Alan Jones: guitars
  • Trevor Portch: guitars
  • Brian Cobbold: drums

Voto medio utenti

La recente pubblicazione da parte della svedese I Hate Records del 12” intitolato “The Time Lord” è occasione più che buona per parlare dei Pagan Altar, formazione britannica dei primissimi anni ’80 la quale occupa un ruolo di rilievo nella lista di cult metal band della storia.
Che il periodo della NWOBHM abbia partorito un numero spropositato di band legate a certe sonorità è un dato oramai per i più riconosciuto e confermato dal continuo rispolverare di nomi più o meno noti legati al suolo britannico tra la fine degli anni 70 e gli inizi della decade successiva.
Ed è proprio tra le centinaia di nomi più o meno noti, dai Saxon agli Holocaust, dai Jaguar agli Ethel The Frog che troviamo quello dei Pagan Altar, formazione del sud est inglese nata attorno al 1978 e arrivata allo status di cult band in seguito ad una travagliata e poco gratificante esistenza che non ha mai permesso alla band di raggiungere un contratto all’altezza delle proprie potenzialità.
A discapito di ogni avversità, i Pagan Altar hanno registrato un considerevole numero di demo durante la propria carriera fino ad arrivare al presente Volume One (una raccolta appunto del meglio della produzione della band), ristampato da Oracle Productions e risalente al 1982, una delle poche testimonianze di questa formazione ad aver superato la soglia dell’underground nel quale tutt’ora si ritrova.
Il sound di questo lavoro, benché saldamente ancorato alle radici della new wave, si caratterizza per una vena più oscura e ricercata rispetto a quello delle numerosissime formazioni contemporanee ai Pagan Altar, nei quali l’unione tra atmosfere alla Black Sabbath con le melodie tipicamente settantiane di band quali Black Widow o Pentagram, incontra la magia del british sound di fine ’70, inizio ’80. Anello di congiunzione tra le due scuole e punto di forza dei Pagan Altar è la tinta drammatica ed evocativa che ogni composizione assume, in particolare i passaggi più cadenzati e teatrali i quali giustificano l’attribuzione del termine “doom” ai Pagan Altar. Di sicuro peso sulla riuscita dei brani che compongono questo album e sul sound generale della band, il continuo riferimento nei testi a tematiche legate all’occultismo e all’esoterismo che influenzano l’andatura ancestrale, magica e a tratti epica di brani stupendi e commoventi quali una “Judgement Of The Dead”, vero capolavoro ripreso anche nella recente pubblicazione di cui sopra. L’alone mistico di questa straordinaria formazione è poi esasperato dall’incredibile voce di Terry Jones, con la sua unica timbrica quasi nasale ma quanto mai coinvolgente e in grado di evocare immagini meravigliose, sentimenti toccanti e visioni oltre lo spazio e il tempo. Un nome che di certo si può accostare a quello dei Pagan Altar è quello dei connazionali Witchfinder General, con l’aggiunta di quella passione per il mistero e l’oscuro che in parte differenzia il sound delle due band e che emerge nuovamente in tutto il suo splendore nelle atmosfere della conclusiva “The Black Mass”.
Per fortuna la I Hate Records si è ricordata di questa formazione e del suo altissimo valore, e grazie all’ultima uscita stampata su vinile, 500 fortunati (tra i quali il sottoscritto) possono nuovamente godere della magia dei Pagan Altar; un’occasione da non perdere.


Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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