Copertina 9

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2002
Durata:non disponibile
Etichetta:Limb Music
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. IN TENEBRIS
  2. KNIGHTRIDER OF DOOM
  3. POWER OF THE DRAGONFLAME
  4. THE MARCH OF THE SWORDMASTER
  5. WHEN DEMONS AWAKE
  6. AGONY IS MY NAME
  7. LAMENTO EROICO
  8. STEELGODS OF THE LAST APOCALYPSE
  9. THE PRIDE OF THE TYRANT
  10. GARGOYLES, ANGELS OF DARKNESS

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

"Power of the Dragonflame" è sicuramente la miglior realizzazione nell'ormai nutrita discografia dei Rhapsody, la perfetta evoluzione di "Legendary Tales", album con cui sorpresero la scena metal mondiale e che inaugurò la saga della Emerald Sword che si conclude ora con il nuovo album.
Infatti, mai come su questo album i Rhapsody riescono (e non ce la fecero sicuramente con "Dawn Of Victory") ad andare diritti al bersaglio, focalizzando al meglio il proprio inconfondibile stile ed inserendo anche alcune novità, proponendoci poi il tutto sul piatto di un produzione eccezionale.
La prima di queste novità è sicuramente quella rappresentata da "Lamento Eroico", cantata esclusivamente in italiano, un linguaggio che i Rhapsody avevano sinora già utilizzato ma solo in alcune strofe, prima sul precedente mcd "Rain Of A Thousand Flame" ed ora anche più spesso su questo album. Ma non è solo l'idioma a caratterizzare questa canzone, è la stessa anima della canzone ad essere inedita, più avvicinabile alla lirica che al metal, ricca di pathos e con una strepitosa interpretazione di Fabio Lione.
Anche l'altra novità vede coinvolto in prima persona Fabio, visto che il cantante arriva a livelli di "cattiveria" (ascoltatelo sopratutto su "When Demons Awake" ma anche alle prese con "Steelgods of the...") che non aveva mai toccato in precedenza. Ma è tutta la musica a spingere in questa direzione, certo non manca ovviamente il "repertorio" classico dei Rhapsody eppure anche gli arrangiamenti sembrano più ficcanti e con un senso di urgenza che li pervade nervosamente.
Le chitarre di Turilli sono aggressive (come su "Agony is My Name") ed Holzwarth pesta come un dannato ben esaltato dal sound ottenuto dal solito team Sascha Paeth & Miro. Ma diamo un occhiata veloce ad alcuni pezzi più significativi di una tracklist che (come d'abitudine per i Rhapsody) presenta 10 canzoni di cui la prima è il classico intro. "Knightrider of Doom" è una delle mie preferite, velocissima, doppia cassa e un refrain trascinante, ricorda molto alcune cose del primo album.
A metà strada tra parti folk (grandi cori!!) ed un andamento manowariano troviamo invece "The March of the Swordmaster" suggellata da un bel assolo di Luca. Le tastiere di Staropoli ed i soliti cori epici accompagnano un inedito Lione che si muove al limite del growl su "When Demons Awake". Di "Lamento Eroico" ne ho già parlato e quindi direi due parole su "Steelgods of the Last Apocalypse", altro episodio dai toni eroici ed epici con delle belle aperture melodiche che si alternano a momenti più energici.
Chiude "Gargoyles, Angels of Darkness" lunga suite di 19 minuti suddivisa in tre movimenti, beh, sarebbe necessaria una recensione solo per questo brano... ed una per oggi mi sembra sia più che sufficiente.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti
Il disco più bello dei Rhapsody

Inarrivabile davvero! E' tutto perfetto, clamoroso capolavoro!!!

al terzo posto

Bellissimo questo disco.. dopo i primi due è il migliore.. molto più vario, con una traccia che quasi sfiora il black.. peccato che abbiano rinunciato a quel loro progetto: Rhapsody in black.. poteva essere molto interessante

the best

il mio album preferito dei Rhapsody!!! purtroppo a partire dal disco successivo comincerà la parabola discendente per questo gruppo :-(

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 gen 2013 alle 20:36

bellissimo album!!!! grandissimi a livello tecnico!!!!

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