Copertina 7

Info

Demo
Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:22 min.

Tracklist

  1. SINTHETIC YEARS
  2. FOG COLD SILENCE
  3. BLEEDING SKY
  4. HELLBLAST

Line up

  • Amerigo Guzzi: vocals
  • Massimiliano Guglielmone: guitars
  • Gabriele Pozzoni: guitars
  • Fabio Galbusera: keyboards
  • Marco Munari: bass
  • Federico Palovich: drums

Voto medio utenti

I lombardi Amniotic Count nascono per volontà di tre musicisti provenienti dagli Evil Bard (pure loro passati su Eutk), si tratta, per la precisione, dei due chitarristi Massimiliano Guglielmone e Gabriele Pozzoni e del tastierista Fabio Galbusera. Gli Amniotic Count non sono una band facile da inquadrare, anche per l'eterogeneità dei trascorsi degli altri musicisti che con il tempo si sono affiancati ai tre membri fondatori. Amerigo Guzzi, il cantante, arriva dal Black Metal dei Venefica, mentre ricordo il bassista Marco Munari nelle file dei power speed Dark Sky, ed infine a completare la formazione troviamo il batterista Federico Palovich.
Fondamentalmente i quattro brani di "Not Born Yet" hanno una base Death Metal, affrontati con un cantato isterico, quasi in screaming, ma non mancano escursioni in altri contesti musicali, e si svaria senza grossi problemi dal Black Metal al Progressive.
Un esempio è già quello dell'opener, "Sinthetic Years", votata più all'effetto e all'atmosfera che alla violenza, con le sue ritmiche intricate ed i passaggi strumentali che mettono in risalto il valore dei musicisti, un pezzo affrontato con la giusta cattiveria nel cantato. "Fog, Cold, Silence" verte maggiormente sul Death Metal, caratterizzata comunque dall'impiego di un pianoforte e da un interessante break strumentale. Su "Bleeding Sky", oltre ad un maggior impatto melodico (di nuovo il piano nella parte iniziale), sembra di scorgere l'impatto epico dei Bal-Sagoth, mentre i Dimmu Borgir e la cattiveria dei Children of Bodom trapelano maggiormente dalla conclusiva "Hellblast"
Non sempre però i brani filano e si delineano amalgamati come dovrebbero, e qualche passaggio suona un po' forzato e scomposto, un aspetto questo dove c'è quindi ancora da lavorare. Riguardo alle prestazioni individuali, una nota per le tastiere, in grado di ottime intuizioni sebbene spesso finiscano sovrastate dal muro creato dalle chitarre. Quella che lascia qualche perplessità è invece la prova di Amerigo Guzzi, un po' per una produzione che non lo aiuta molto ed un po' per l'insistenza nel cantato in screaming.
Ad ogni modo, un discreto esordio che rappresenta un'interessante base di partenza per gli Amniotic Count.

Contatti: Web Site: www.amniotic.tk
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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