Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:55 min.
Etichetta:GUN
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WELCOME TO HELL
  2. SOULSTRIPPERS
  3. THE BROTHERHOOD
  4. CROSSFIRE
  5. SIBERIAN WINTER
  6. DETONATOR
  7. PIRATE SONG
  8. UNATION
  9. DR. HORROR
  10. THE GHOST

Line up

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Tra Febbraio e Marzo sono in uscita alcuni degli album che più attendevo da questo 2002. A ruota degli Angel Dust e Mesmerize, ed in attesa dei Falconer, è ora il momento dei Running Wild, gruppo ben più famoso ed affermato dei nomi appena citati. Rock'n'Rolf ritorna con un nuovo lavoro a distanza di due anni da "Victory", ottimo album però fortemente penalizzato dalla scelta di Rolf di affidare le parti di batteria ad un "musicista" di estrazione lontana dal Metal, celato sotto lo pseudonimo di Angelo Sasso. Così ho iniziato a tremare non appena ho buttato l'occhio sulla biografia, poi l'agitazione è aumentata quando ho visto che sul booklet di "The Brotherhood" era riportata la seguente dicitura: "Angelo Sasso: All drums". E' stato perciò con estrema cautela che ho premuto il tasto play, e sorpresa la batteria... feels good! Beh, almeno non suona troppo meccanica.
Non è però l'unica differenza che si nota sin dal primo ascolto. I ritmi sono meno veloci e i mid tempos hanno un maggior peso nell'economia della tracklist, togliendo spazi ai momenti più epici e trionfali. Direi che le atmosfere di "The Rivalry" e "Victory" si ritrovano nelle prime battute di "Welcome to Hell", in parte nella titletrack e sopratutto nello strumentale "Siberian Winter", mentre la maggior parte degli altri brani presenta un feeling più hardeggiante, ben rappresentato da "Soulstripper" e "Crossfire". Sono anche accentuati i richiami ai vecchi lavori del gruppo tedesco, come avviene su "Dr.Horror" e sulla catchy "Pirate Song", dove un bellissimo coro ricorda parecchio quello di "Conquistadores" e (ne sono certo!) dal vivo farà sfracelli. Come ogni buon fan dei Running Wild che si rispetti, non prevedevo (e neppure chiedo!!) grossi novità, comunque la brillante "The Ghost" nei suoi dieci minuti presenta anche qualcosa di nuovo nel songwriting di Rolf, con alcuni passaggi melodici ed arabegganti che ricordano i Kamelot, ovviamente rivisti nel classico stile Running Wild. Come al solito i testi non sono mai banali, e sono molti gli argomenti affrontati da Rolf. Ad esempio un titolo come "The Brotherhood", roccioso brano nel più classico stile del gruppo, farebbe pensare ad una canzone sulla fratellanza metal, invece narra di una forze nascoste che gestiscono l'economia e la politica mondiale da dietro le quinte. Certo un argomento non nuovo, comunque ribadito spesso da Rolf in passato (e toccato anche dai Gamma Ray) ma nemmeno troppo campato in aria. "The Ghost" è il brano storico dell'album, ispirato a Lawrence D'Arabia, mentre "Pirate Song" segna il ritorno ai temi sui pirati, che ultimamente erano stati un po' trascurati.
Ovviamente non è che ci si potesse aspettare qualcosa di diverso dai Running Wild (e ci mancherebbe!!), però devo ancora superare un leggero senso di dejà vu provato in alcuni passaggi. Oramai i Running Wild sono sempre più solo Rock'n'Rolf, e forse l'aver accentrato su di se la composizione e l'incisione di tutte le chitarre (il basso è stato suonato da Peter Pichel), può arrivare a limitarne il songwriting, proprio a causa dell'assenza di stimoli esterni. L'appena citato Pichel, sebbene proveniente da esperienze non propriamente Heavy Metal, ha svolto un buon lavoro sull'album e si è trovato talmente a suo agio da seguire Rolf anche nell'avventura live.
A questo punto con Angelo Sasso rimpiazzato da Matthias Liebetrud e con l'innesto di Bernd Aufermann (ex Angel Dust) alla chitarre, i Running Wild sono pronti ad abbordare i palchi europei, e tra questi il nostro Gods of Metal.
Ci vediamo lì sotto, io per ora mi preparo: "... come sing a long with the pirate song!...".
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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