December - The Lament Configuration

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2002
Durata:36 min.
Etichetta:Earache
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. ICENINE
  2. VERTIGO
  3. WAITING FOR RAIN
  4. HOST
  5. TRIAL
  6. THE SLEEPING THRONE
  7. TOKEN GESTURE
  8. BY EXAMPLE
  9. PLAY DEAD
  10. QUIET COLD

Line up

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Giunge dal Nevada questo four pieces combo, che dopo 2 albums autoprodotti (“Rise of the Fall” e “Praying, Hoping, Nothing”) ed una ristampa dello stesso “Praying, Hoping, Nothing” per la Inzane Records del pazzoide hardcore Director Matt Zane, sbarca su Earache e da alle stampe sicuramente un buon dischetto, intenso, diretto e coinvolgente, sulla falsa riga di Dillinger Escape Plan e Lamb of God, ma con una sorpresa canadese alla produzione…Mr. Devin Townsend (si, avete letto bene!). Voci filtrate, delirio e violenza (musicale) controllata, screaming vetriolici e growl da creatura non morta, start & stop fulminanti e la sempre più rara “take no prisoner attitude!”…la conclusione…l’ascoltatore dopo il primo ascolto rimane attonito, sanguinante a terra, esanime…ma non preuccupatevi, dopo i primi 2 ascolti comincerete ad entrare nell’ottica di questi 4 “american rippers”. Volete sapere cosa mi ha stupito di più: l’album trasuda Devin Townsend da tutte le parti…in quanto, vista la produzione del Canadian Mastermind, non si può non pensare che questa fatica dei December suona come un qualsiasi album dei geniali e seminali Strapping Young Lad (non vedo l’ora di ascoltare e recensire il nuovo album, vero sommo Graz?!?). Devo ammettere che, comunque, faccio un po’ di fatica ad esprimermi su ogni brano, in quanto non ve né uno che spicca sugli altri o che si potrebbe definire come singolo…però provate ad ascoltare la song di apertura “Icenine” o il vortice prodotto da “Vertigo” o ancora la tiratissima e conclusiva “Quite Dead”, poi ne riparliamo. Ricordatevi però che è tutto “The Lament Configuration” (a proposito, gran bel titolo, senza ironia) che colpisce per la pesantezza e per quell’alone di sinistro che lo impregna fino al midollo. Onestamente l’album, per l’omogeneità delle songs, risulta non molto vario e dinamico, ma immagino che così vanno le cose, così devono andare (che mi stia CSI – izzando a mia insaputa??). Non per tutti, ma riservato a coloro che vogliono un dischetto da buttar giù tutto d’un fiato e farsi sbattere a terra senza alcun rimorso. Ma cribbio, rileggendo la recensione mi sono accorto che non ha né capo né coda, ma è una cozzaglia di parole e pensieri senza senso – o forse ho raggiunto il senso più puro…il caos controllato…come d’altronde però darmi torto, dopo aver ascoltato i December per 4 volte di fila???!!!!!!???
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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