Copertina 8

Info

Anno di uscita:2007
Durata:39 min.
Etichetta:Sweet Poison
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. INTRO
  2. SEXY TEENS (THE ECSTASY)
  3. DANGER IN THE CITY
  4. F.T.W.
  5. MY SWEET WITCH
  6. ARE YOU ALRIGHT
  7. LIAR
  8. DECADENCE DREAM
  9. LOVE DESIRE
  10. SOLID GUY
  11. SEXY TEENS (THE DREAM)

Line up

  • Holly: vocals
  • Lucky Toxic: bass
  • Van Toxic: guitars
  • Rig: drums

Voto medio utenti

Anni ’80. Come vuole la “leggenda”, dallo scontro violento tra il glam e il punk, avvenuto innanzi tutto sui marciapiedi della Città degli Angeli, nasce un nuovo ibrido musicale, lo street metal, capace di mescolare abilmente sfrontatezza, sporcizia, cattiveria e una considerevole disillusione nei confronti di qualunque tipo d’ideale, con l’immagine del “living on the edge” che diventa vero proprio manifesto di uno stile di vita sempre molto seducente, soprattutto per le generazioni più giovani.
Al di là di un’esistenza “al limite” il genere partorì una scena artisticamente davvero valida e florida, e oltre alle poche bands ancora oggi citate come indiscutibili maestre del settore, anche la lunga fila dei molti ormai quasi dimenticati “losers” (in tutti i sensi!) seppe distinguersi per capacità e varietà espressiva.
Ebbene, i Fuoriuso sembrano veramente essere stati generati da quell’ambito, tanto che per un attimo ho avuto il dubbio che si trattasse di qualche “oscura” vecchia formazione che tentava un’ormai piuttosto comune manovra di rilancio.
Ovviamente sto scherzando (ma neanche troppo!) e i nostri, benché ad occhio e croce non siano esattamente degli “sbarbatelli” (stiamo parlando di una band nata nel 1995), non sono neanche così “esperti” e non arrivano nemmeno da un’area geografica tradizionalmente molto affine al rock n’ roll.
Eppure nelle vene del four-pieces bergamasco sembra scorrere lo stesso “antico” fuoco musicale di quei tempi, e il medesimo spirito primordiale di Ratt, L.A Guns, WASP e Jetboy (tanto per fare qualche nome, ma la lista sarebbe anche più lunga) pare vibrare anche nelle pelli, nelle corde e nelle voci che sgorgano da questo “Black signs”, un disco impregnato di feeling autentico, di una carica emozionale che non può lasciare indifferenti o far sospettare la classica operazione di “clonazione” eseguita in laboratorio.
Negli undici brani non ho rintracciato l’ombra di manierismo (quello che a volte invece è individuabile in “movimenti” più recenti con analoghe fonti ispirative) e anche se è piuttosto chiaro quali siano le passioni musicali dei Fuoriuso, si gode della loro prova proprio come si riusciva a fare vivendo (benché solo indirettamente!) il periodo aureo di questi suoni.
D’altra parte non abbiamo a che fare con un caso d’assoluto anacronismo, il sound del quartetto suona fresco e pure “moderno” anche grazie ad una produzione eccellente, sanguigna e “fisica” come da un po’ non si sentiva da queste parti, in grado di fare ruggire le scintillanti chitarre di Van Toxic e consentire all’ugola adrenalinica e abrasiva di Holly di diffondere il suo veleno, sullo sfondo di una rimbombante sezione ritmica gestita da Lucky Toxic e Rig.
C’è molto metal in questo Cd, così come è evidente una certa formazione assorbita sui “banchi” del punk (la cover vagamente “industriale” dei Sex Pistols, “Liar”, interpretata con discreta dose di personalità, è un buon indizio), ma non manca altresì una sostanziosa aliquota d’accattivante gusto melodico, peraltro mai sopra le righe, che colpisce nel segno in cori memorizzabili e strutture costantemente traenti.
“Black signs” è, dunque, un braciere sonico trasformato per l’occasione in dischetto ottico che libera immediatamente l’impeto di “Sexy teens (the ecstasy)”, “Danger in the city” e “F.T.W.”, riduce gli impulsi energetici nelle trame maggiormente melodiche di “My sweet witch”, riprende ad accendersi con l’ammiccante “Are you alright”, raggiunge il punto di fusione “metallico” in “Love desire”, per poi tornare a temperature maggiormente “accoglienti” nella ruffiana e comunque rocciosa “Solid guy”, a cui va la palma di presumibile “best live track” del lavoro.
In mezzo a tanti “eccessi” c’è anche spazio per un velo di malinconia, ed ecco che la crepuscolare e notturna “Decadence dream” sembra proprio evidenziare questo stato d’animo, mentre la sofferta “Sexy teens (the dream)”, versione “drammatica” dell’apripista, non fa che confermare con maggiore intensità tale impressione.
Il look è maggiormente sobrio e forse non avranno proprio “le phisique du role” degli “stalloni” di L.A. e dintorni, ma l’attitudine artistica è veramente quella giusta e con i Fuoriuso lo street metal più istintivo, trasportato avanti nel tempo di quasi trent’anni non senza che questa mossa abbia avuto i suoi piccoli effetti sul suo temperamento, rivive al meglio delle sue possibilità complessive. Sono italiani e questo non può che aggiungere un pizzico di piacere “patriottico” ad una soddisfazione già di per sé molto elevata.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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