Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:43 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ACKNOWKEDGMENT
  2. SOFT GREEN FIELDS
  3. A PIECE OF HISTORY WRITTEN IN ENGLISH
  4. DARK WATERS OF THOUGHT
  5. ORACLES AND DOORSTEPS
  6. FOR THOSE LOST
  7. THE CRUSHER
  8. GHOSTS OVER JAPAN
  9. THESE LIGHTS ABOVE US
  10. MOURNING FOR MOURNING

Line up

  • Joe Sudrovic: bass
  • Rob Hileman: guitars
  • Derek Vasconi: guitars
  • Nick Huffman: drums
  • William Jackson: vocals

Voto medio utenti

Non ho trovato molte notizie riguardati questi From A Second Story Window, ed anche il loro sito ufficiale non mi ha aiutato. Band americana, da quanto sono riuscito a carpire dalla Rete, ma non so bene se questo " Delenda " rappresenti per il quintetto, il debutto oppure un tassello ben preciso all'interno di una discografia più vasta. Quello che so, che è certo, è il genere proposto dai nostri, ossia un travolgente metalcore con frequentissimi punti di contatto con il mathcore ed il post hardcore. Il disco consta di dieci canzoni disseminate lungo 45 minuti scarsi di durata, minutaggio oserei dire perfetto per dischi così intensi e di difficile sopportazione. Detta così, sembra che " Delenda " sia un disco brutto o palloso, ma non è assolutamente così; caso mai è giusto affermarne il contrario, cioè che ci si imbatte in un lavoro complesso, ricco di spunti - ottimi - e di idee - che vengono sempre sviluppate in maniera egregia - ed il mio " di difficile sopportazione " voleva solo sottolineare la difficoltà media nell'approcciarsi a tali monoliti musicali. Il lavoro si apre con la lunga e psichedelica intro ( che richiama moltissimo gli immensi Archive ), " Acknowledgment ", che rappresenta un vestibolo atmosferico per il delirio violento che da lì a poco germinerà. " Soft Green Fields " è il primo passo di questo cammino fiero, cadenzato da un drumming quadrato, ipercinetico, supportato alla grandissima dalle due chitarre, le quali riempiono l'aria con riffs densi come la pece. Ottimi anche i breaks rallentati, durante i quali si sfiora il brutal death più asfissiante. Come inizio non è un cazzo male, niente da dire. La successiva " A Piece Of History Written In English " è ancor più complessa e violenta. Un incipit spezzaossa, molto Cephalic Carnarge, non da tregua, e ci si trova in un battito di ciglia, incastrati tra scale velocissime, stop and go, microscopici solos di chitarre, screams taglienti come lame, ma la sorpresa è nel finale, una chiusura in clean vocal che lascia di stucco. Il lavoro procede deciso nei meandri oscuri del metalcore più intransigente, ma alla traccia numero sei, i From A Second Story Window, elargiscono una pausa delicata e suadente, " For Those Lost ", strumentale sognante, anch'essa figlia del repertorio Archive. Ma i cinque non vogliono apparire dei teneroni ed ecco subito " The Crusher ", che già dal titolo lascia presagire una discreta dose di mazzate sulla schiena. Lo schema è quello classico, impregnato abbondantemente di schizofrenia compositiva a tratti esagerata, anche se il risultato finale non è da disprezzare, pur rappresentando il brano meno convincente del lotto. " Ghosts Over Japan " è la marchetta che i nostri devono concedere alle radio, quindi abbiamo tra le mani un brano mieloso, con tanto di pianoforte e voci pulitissime; onestamente non m'interessa l'intento della band, il brano in questione è bello, emozionante e convincente. Il resto sono solo chiacchiere per i rosiconi della domenica, eheheheh. " These Lights Above Us " ci riporta bruscamente in carreggiata, con vocals di stampo swedish death, ed un'ossatura lineare, senza invenzioni o astruse soluzioni ritmiche. La conclusiva " Mourning For Mourning " è il perfetto commiato dei nostri, avendo al suo interno tutte le soluzioni e le peculiarità disseminate nel disco. Un lavoro, questo " Delenda ", che personalmente trovo alto, molto alto, in un'ipotetica montagna qualitativa. La band ha il pregio assoluto di non impantanarsi in un genere unico ma di arricchire la propria proposta con continue digressioni verso altri lidi musicali. Così facendo, riescono a mantenere fresca la proposta musicale, combinando lucidamente melodia e violenze, dolcezza ed irruenza. From A Second Story Window, una bella realtà, null'altro da aggiungere.
Recensione a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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