Copertina 9,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:60 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. HEAVEN ON HEART
  2. BOOK OF LIFE
  3. LOVE'S ETERNAL FLAME
  4. LANGUAGE OF THE HEART
  5. LET ME LET YOU GO
  6. FAITHFUL HEART
  7. DEFYING GRAVITY
  8. THE ROARING OF DREAMS
  9. SECRET OF THE WAY
  10. ASTONISH YOU
  11. TALL SHIPS
  12. TURNAROUND

Line up

  • Jim Peterik: guitars
  • Toby Hitchcock: vocals
  • Mike Aquino: guitars
  • Ed Brekenfield: drums
  • Christian Cullen: keyboards

Voto medio utenti

Stratosferico. Da pelle d'oca.
E per quanto mi riguarda potrebbe anche finire così. Che dire di più di una band come i Pride of Lions? Forse ricordare ancora una volta la caratura leggendaria di Jim Peterik? Ha ancora senso ribadire per l'ennesima volta che la voce di Tobi Hitckock è favolosa? Che la qualità del loro songwriting rasenta la perfezione divina?
No? Già, credo anch'io, inutile sprecare parole. Se amate anche solo un briciolo questo tipo di sonorità, compratevi questo disco a scatola chiusa. L'ex leader dei Survivor e la sua giovane scoperta hanno infatti ancora messo assieme un lotto di brani da far impallidire chiunque, compresi gli ascoltatori più navigati nell'universo AOR!
Come ci riescano è francamente un mistero: inanellare tre dischi del genere, a poco più di quindici mesi di distanza l'uno dall'altro, quando nei trent'anni precedenti certo non sei stato con le mani in mano... beh, non voglio nemmeno pensarci. L'importante è che tutto questo sia reale, e che la magia di "Heaven on heart", "Love's eternal flame", "Language of the heart", "Let me let you go" (ma potrei citarle tutte e sarebbe identico!) sia più che mai presente sul mio stereo...
Qualcuno potrebbe obiettare che non ci sono grosse differenze rispetto ai precedenti due lavori, che alla fine i pezzi si assomigliano tutti, che sono le stesse cose che faceva coi Survivor vent'anni fa, che questo è un genere di musica superato, ecc.
Lasciamoli pure parlare i detrattori di turno: se uno a caso degli undici brani che compongono "The roaring of dreams" entrasse in classifica, questo mondo sarebbe probabilmente leggermente migliore. E forse la parte più triste di tutto questo sta proprio qui: che per lo meno da noi questo lavoro venderà un centinaio di copie e sarà presto dimenticato, a favore di nomi ben più blasonati ma in evidente crisi di identità.
Lamentarsi non serve a niente: meglio cominciare a rimboccarsi le maniche e iniziare a dire a tutti che razza di capolavoro è quello che abbiamo tra le mani... caro Jim, non so come ci riesci ma ti amo da impazzire! Quand'è che ci si vede in Italia?
Recensione a cura di Luca Franceschini

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