Copertina 7

Info

Anno di uscita:2007
Durata:25 min.
Etichetta:Bridge Nine

Tracklist

  1. LIFE IS HARD ENOUGH
  2. WATCH ME SINK
  3. ARMED WITH A MIND
  4. ABOUT FACE
  5. THE UNBREAKABLE
  6. OLD MAN II
  7. SONG OF SHAME
  8. TO US FOOLS
  9. SOMETHING MORE THAN INK
  10. THE MACHINIST
  11. WATCH ME RISE

Line up

  • Patrick Flynn: vocals
  • Ryan Hudon: guitars
  • Kei Yasui: guitars
  • Ryan Briggs: bass
  • Shawn Costa: drums

Voto medio utenti

Ammetto di essermi trovato impreparato davanti a questo "The Things We Carry" degli Have Heart, non avendo alcuna nota biografica ed essendomi fatto una totalmente diversa idea della proposta musicale dopo aver visto la copertina. E così la sorpresa, una volta avviato il cd nel lettore, è stata notevole, aspettandomi una cagataccia moderne delle tante che escono di questi tempi e che, ahimè, mi capita di sentire e/o recensire. Già perchè gli Have Heart, che ho poi scoperto essere dei marciscenti ragazzotti di Boston al debutto discografico, propongono tutt'altro rispetto a quel che mi aspettavo, vale a dire un fottuto hardcore con contaminazioni crossover (ovviamente Eighties), dove a farla da padrona è il cantato di Patrick Flynn, supportato alla grande da chitarre degne dei Municipal Waste, così come di storiche formazioni della storia hardcore, dai Sick of It All ai Gorilla Biscuits, passando per i nostrani Raw Power. La durata dell'album, soli 25 minuti per undici tracce, la dice già lunga su come sia questo "The Things we Carry", capace di alternare sfuriate hardcore dalle convincenti melodiche, senza mai perdere di violenza e ruvida aggressività, a rallentamenti mosh e persino acustiche aperture come in "Old Man II". Notevole il lavoro del drummer Shawn Costa, che dà il meglio su brani quali "The Unbreakable", ma è la band al completo a dimostrarsi all'altezza del compito, unendo alla perfezione quanto appreso, da quelle band che hanno fatto la storia del genere, con un sound ed una voce indiscutibilmente propri. Nessuna concessione al trend del metalcore, e così non aspettatevi di trovare voci alla Hatebreed o boiate del genere; qui ci sono solo urla sguaiate nella miglior tradizione del genere, accordature classiche ed un sound di chitarra tutt'altro che moderno. Senza mezzi termini, questi Have Heart dimostrano di averne eccome di cuore; e ce lo dicono con un pugno in faccia che fa male, davvero. Promossi alla grande.
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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