Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:48 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. COMING HOME TO YOU
  2. THE SUN’S STILL RISING
  3. MY EVERYTHING
  4. SOMEWHERE SOMEDAY
  5. JUST FOR YOU
  6. I DON’T WANT TO KNOW
  7. HIGHER THAN ME
  8. WHY DO I
  9. MILLIONAIRE
  10. CRYING
  11. LAY ALL YOUR LOVE ON ME

Line up

  • Oliver hartmamm: vocals
  • Mario Reck: guitars
  • Dario Cecconi: drums
  • Armin Donderer: bass
  • Jurgen Wust: keyboards

Voto medio utenti

Ad un anno di distanza dall’ottimo “Out in the cold” ecco che Oliver Hartmann, conosciuto dai più per le sue esperienze con At Vance, Genius e Avantasia, chiarisce in via definitiva di essere un hard rock singer a tutto tondo. “Home” suona in tutto e per tutto come una dichiarazione di intenti: basta con l’heavy metal, il mio posto è qui, a fianco dei grandi del melodic rock.

E lasciatemi dire che non è assolutamente un problema: questo è un disco davvero di gran classe, che ci mostra un Hartmann decisamente più a suo agio in questa veste rispetto al lavoro precedente. Il singer tedesco non è mai stato così bravo e versatile: dall’aor trascinante di “Coming home to you”, al groove infinito di “Millionaire” o “Somewhere someday” (degna del miglior Coverdale, ascoltate il bellissimo refrain!), passando per la meravigliosa ballad “My everything is you” (la cantasse Celine Dion sarebbe già un hit single da capogiro!), riesce a donare ogni singolo una passione infinita, interpretando tutto con grandissimo carisma e professionalità. Brani semplici ma efficaci, dal grandissimo impatto emotivo, merito anche di un lavoro di arrangiamento svolto dallo stesso Hartmann e poi valorizzato da musicisti di indubbio valore, nonostante non siano nomi famosi.

Insomma, se su “Out in the cold” eravamo ancora di fronte ad un cantante metal in cerca di nuove soluzioni, su “Home” Hartmann ha decisamente trovato se stesso. La produzione di Sascha Paeth è poi il valore aggiunto di questo prodotto, una collaborazione giunta al secondo episodio e che dona ai brani quella magia in più che non è nient’affatto superflua.

Nonostante qualche episodio un po’ debole (“Crying” è un po’ pesante nonostante l’accattivante esperimento corale, ma anche la conclusiva “Lay all your love on me” non è niente di che), Oliver Hartmann ha fatto ancora una volta centro: la seconda fase della sua carriera, senza dubbio la più ricca di soddisfazioni, sta davvero per incominciare…

Mi spiace per i suoi metal fan, ma il mondo dell’Aor ha appena trovato la sua nuova stella…
Recensione a cura di Luca Franceschini

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