Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2006
Durata:64 min.
Etichetta:Escape
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. AN INTRODUCTION TO…
  2. WHAT A FELONY
  3. SAY GOODBYE
  4. JUSTICE
  5. MY WAY
  6. TONITE
  7. FREEDOM
  8. PROMISING HEART
  9. AFTER THE RAIN
  10. CYBERSPACE
  11. DISAPPOINTED
  12. ON LIFE’S END

Line up

  • Andreas Wildi: vocals
  • Andrea Richner: vocals
  • Markus Geiger: guitars, keyboards
  • Urs Fischer: guitars
  • Thomas Brogli: bass
  • Bjorn Rindlisbacher: drums

Voto medio utenti

Dopo la sorpresa rappresentata dai Lunatica ecco, sempre dalla Svizzera, i sorprendenti Felony che grazie all'appoggio della Escape hanno avuto la possibilità di sopportare al meglio il proprio disco d'esordio, finora confinato allo status di autoproduzione. Il confronto con i Lunatica è sicuramente più che azzeccato, anche se in realtà su "First Work" invece di una cantante solista troviamo una coppia di vocalist, formata dalla brava Andrea Richner che si è affiancata ad Andreas Wildi (già di suo ottimo cantante in grado di ricordare Michael Kiske e sopratutto il miglior André Matos). Questo sin dalle prime battute di "What a Felony", un brano dove nei passaggi più veloci sembra di ascoltare gli Angra e se nelle scorribande strumentali riecheggiano i Royal Hunt, per i momenti sinfonici ed orchestrali il termine di paragone non possono che essere i nostri Rhapsody. Il loro è, infatti, un power metal sinfonico che sconfina con scioltezza nel melodic rock, riuscendo ad essere accattivante senza risultare però lezioso (vedasi due riuscitissime ballads quali "Tonite" e "Promising Heart") e che si esalta nel crescendo e nei chorus di "Say Goodbye" o "Freedom". Ma i meriti non spettano solo ai due cantanti, i Felony dimostrano di avere talento, compositivo ed esecutivo. Le chitarre provano a graffiare su "Justice" ma tocca ancora alle tastiere a condurre il gioco (e lo faranno anche nella conclusiva "On Life's End"), poi le parti si invertono nelle atmosfere tipicamente Hard Rock di "My Way" e nei frangenti più grintosi di un pezzo articolato come "Disappointed". Il tutto in un'ora abbondante di musica dove "After the Rain" e "Cyberspace" sono le uniche canzoni che non convincono del tutto, con la prima che si snoda senza grandi spunti, mentre la seconda dopo un bell'inizio acustico prende un iter fin troppo banale.
In comune con i già citati Lunatica, i Felony possono poi vantare pure la presenza dietro la consolle di Sascha Paeth (anche con Edguy, Kamelot, Rhapsody...) che ha prodotto il disco. Ed il suo tocco si sente, eccome, ma anche i Felony non scherzano.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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