Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2006
Durata:46 min.
Etichetta:Majestic Rock
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. DESTRUCTION FOR THE NEW CREATION
  2. LOYALTY
  3. FOOTPRINTS IN THE HAMLET
  4. ONE FOR ALL THE NATIONS
  5. THE MIND REVOLUTION
  6. BRING ME BACK
  7. INCARNET
  8. SECLUDED REGION
  9. GUSH OUT
  10. BRIGHT LIGHT

Line up

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Voto medio utenti

Il disco che non ti aspetti. Il disco da un’etichetta che non ti aspetti.
Il disco che metti nel lettore solo per sentire che roba fanno e decidere a chi spedirlo. E soprattutto, il disco che proviene da dove non ti aspetti.
Ricapitolando, la Majestic Rock, specializzata in hard rock, AOR et similia, fa uscire in Europa un disco di power metal come non se ne sentivano da anni ed il gruppo proviene dal Giappone.
Ci sono tutti gli ingredienti per una cavolata cosmica ed invece “Colors of Conflict” è il classico disco della madonna, ovviamente per chi ama un certo tipo di power, dato che i nostri possono essere benissimo classificati come i vecchi Rhapsody del Sol Levante, tanta è la somiglianza con la band di “Legendary Tales”, un disco che i Masterpiece devono avere ascoltato fino alla dipendenza.
Il quid in più è ovviamente caratterizzato dalla provenienza geografica dei nostri, da bravi giapponesi il modo di registrare e mixare il tutto è un qualcosa di esageratamente e sfacciatamente nipponico, con tutti gli eccessi che ne conseguono e che fanno la nostra felicità, se vogliamo creando una specie di power symphonic incrociato al becer metal di scuola tedesca, visto la sguaiataggine dei nostri che collima a perfezione con le caratteristiche di un power rhapsodistico.
Ed è così che vengono fuori brani stupendi come “Loyalty” ed “Eternal Scream”, in cui Shunsuke con la sua voce così stupendamente manga ed alta riesce a dare passionalità ed ispirazione come nemmeno Goldrake potrebbe fare, mentre il chitarrista leader della band Tetsushi (sarà mica Tetsuya del Grande Mazinga?) sweeppa a palla come un Turilli schizofrenico, con l’immancabile doppia cassa modello elicottero, mixata però a volume umano senza che diventi troppo invadente.
Dopo una bella strumentale, di gusto raffinato e buon effetto, si arriva alla svolta del disco, alla creazione di un genere! La musica dei Rhapsody si fonde col becer metal dei Freternia, dei Wyvern, dei The Storyteller ed è così che nasce un pezzo leggendario come “One For All the Nations”, supportata da un testo che è già un monumento, con Shunsuke che impazzisce tutto di un colpo ed improvvisamente canta inizialmente due ottave sotto la media, con un risultato pari a quello di Jimmy il Fenomeno premiato con un Oscar alla carriera da Oliver Stone, poi durante il break centrale la nuova svolta con un furioso sweep in sottofondo ed un acuto che schizza sulle altezze dell’Himalaya, il tutto sfociante in un chorus che è qualcosa di assolutamente becero ed elegante allo stesso tempo…insomma un capolavoro assoluto per chi ama il power metal nella sua essenza, una schifezza urticante per tutti gli altri.
Il disco scorre via con altre chicche come “Incarnet”, che prosegue nello sclero del pezzo appena descritto e supportata da un chorus devastante e maestoso, “Gush Out” che punta tutto sull’accoppiata “velocità + melodia = abbiamo vinto”, per finire con l’altro capolavoro del disco, ovvero “Bring Me Back”, assolutamente FreedomCall-iana nel proprio incedere ed apice compositivo dell’happy gay sugar metal.
Insomma, avete già capito tutto. Vi piacciono i gruppi citati nella recensione? Questo sarà il vostro album preferito del 2006 e non vi scollerete da esso per tutta la vita, complice l’ottima produzione, il booklet con i testi, la bella copertina, il positivismo che emerge da ogni nota; se poi siete anche appassionati di manga, anime e Giappone in generale, allora state già prenotando un aereo per Tokyo per andare a sposarli (ah dimenticavo, nella band suona anche una graziosa signorina…).
Se invece solo a sentire il nome Rhapsody (e parlo di quel gruppo che ha dato alle luce dei capolavori fino a qualche anno fa, non la tristezza di oggi…) vi viene l’orticaria, beh sappiate che qui è tutto moltiplicato all’ennesima potenza.
Ora scusatemi ma devo partire per Roma, che domani mi parte l’aereo per Tokyo.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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