Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2006
Durata:54 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. OVERTURE
  2. FALLING APART
  3. MEMORIES
  4. NOVEMBER 9TH 1989
  5. PRELUDE
  6. SILENTLY
  7. THE PERFECT RACE
  8. A WEAK VOICE
  9. LAW AND ORDER
  10. RESISTANCE
  11. A NEW DAY
  12. FALLING IN PIANO (BONUS TRACK)

Line up

  • Mary Caliò: keyboards
  • Omar Vestri: vocals
  • Danilo Bar: guitars
  • Paolo Angelillo: drums
  • Valerio Lo Cascio: bass

Voto medio utenti

Debutto autointitolato per i Venice in Vain che ti sorprendono con un album interessante e davvero ben realizzato. A dispetto dal monicker adottato, i Venice in Vain provengono dal Piemonte, e da qui si propongono in sonorità che prendono il via dal filone progressive & symphonic metal, e dove non stona assolutamente l'accostamento ai grandi Savatage.
Lasciata scorrere l’introduttiva "Overture", "Falling Apart" si rivela una canzone fantastica: power, prog, sinfonia e melodia, il tutto affrontato con feeling dal bravissimo e dotato vocalist Omar Vestri. Discorso simile (peraltro entrambe le canzoni sforano gli otto minuti di durata) per la successiva "Memories" che si snoda su toni più intimistici e drammatici, dove i musicisti fanno opera di cesello, giocando anche sulle note di un tango.
Al termine di questo brano, nell'album si fa spazio "Holocaust", un concept composta da 8 tracce con i Venice in Vain che affrontano un tema difficile quale l'olocausto del popolo ebraico e più in generale la Seconda Guerra Mondiale. Ci scontriamo con la disperazione dei deportati e la follia visionaria di Adolf Hitler (suo il discorso sulla marziale "The Perfect Race"), contrastata sia dalla volontà di reagire e di non essere sottomessi (l'articolato power prog di "Resistance"), sia dal sentimento ed il desiderio di speranza espressi da "A New Day", il pezzo che chiude questa parentesi.
A sigillo dell'album troviamo ancora una bonus track, "Falling in Piano", che, come facilmente intuibile dal titolo, è incentrata sullo strumento suonato da Mary Caliò.
Nel suo complesso una proposta musicale nettamente sopra alla media, sia per capacità tecnica (assieme a quella di Omar Vestri, è da sottolineare la prova di Danilo Bar, tra l'altro anche chitarrista dei White Skull) sia per il potenziale compositivo e la forza espressiva ed emotiva messa in mostra.
Certo che dover prender nota che un lavoro di questo valore sia stato registrato addirittura tre anni fa ma che può vedere la luce solo ora, fa ribollire il sangue!
Bisogna recuperare il tempo perduto!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.