Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2006
Durata:52 min.
Etichetta:Locomotive
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. ALONE IN THE DARK
  2. YTT
  3. INVISIBLE PRISON
  4. A LAST GAZE
  5. FUSED
  6. ACID ONE
  7. IMAGINATION GAME
  8. DEVIL'S BRIDGE: PRELUDE
  9. DEVIL'S BRIDGE: PT. 1
  10. DEVIL'S BRIDGE: PT. 2

Line up

  • Fabio Minchillo: vocals
  • Stefano D'Orazi: guitars
  • Fabio Schirato: guitars
  • Alessandro Vincis: bass
  • Claudio Cappabianca: drums
  • Massimiliano Destefano: keyboards

Voto medio utenti

"Devil's Bridge" è il secondo full lenght per i The Prowler, a seguire l'esordio "Souls Thieves" e dopo la collaborazione con la Steelborn Records ci mostra il gruppo romano passare sotto la spagnola Locomotive Record e quindi procedere spedito come un treno (ehm, battutaccia...) sui binari di un Heavy Metal carico d’energia, feeling e di tanta devozione alla causa. Aspetti che nonostante gli inizi come tribute band dei Maiden (ed il monicker adottato è un retaggio d'epoca), non devono far pensare di trovarsi di fronte ad un clone del gruppo inglese. Infatti, i The Prowler vanno oltre la riproposizione di sonorità maideniane o in ogni caso ricollegabili ad un heavy metal classico, elementi che erano invece ben presenti sull’album di debutto.
"Devil’s Bridge" è un disco dai toni e dai suoni (ed avere dietro la consolle l'esperto Tommy Hansen aiuta di certo) freschi e moderni, ben sostenuti da un songwriting articolato e ragionato, senza per questo risultare ridondante e lezioso. Un rischio dal quale i The Prowler sfuggono agevolmente anche nella lunga suite finale, divisa in tre parti e che dà anche il titolo al disco, una composizione dove sono i cambi di tempo a dettare i ritmi, enfatizzati da un taglio epico/sinfonico e talvolta spinti oltre ai "normali limiti di velocità".
Non deve pertanto stupire scoprire soluzioni sia progressive (maggiormente evidenti sulla tecnica ed aggressiva "Fused" e la strumentale "Acid One") sia speed, che s’intrecciano ad altre riconducibili alla NWOBHM, riuscendo nello stesso tempo a tenere a distanza le potenziali tentazioni "happy power". Andando alla ricerca di alcuni gruppi come possibile termine di paragone, si può pensare sia ai Metal Church (la veloce ed articolata opener "Alone in the Dark"), sia agli Angra, Brainstorm o Symphony X.
E' d'obbligo rinnovare i complimenti ai musicisti, sopratutto al cantante Fabio Minchillo ed ora anche all'ultimo innesto: il tastierista Massimiliano Destefano, inseritosi con prepotenza e personalità nel tessuto musicale del gruppo ed in grado di sfidare senza timore una coppia di chitarristi, quali Stefano D’Orazi e Fabio Schirato, che replica l'ottimo lavoro fatto in passato, ad esempio per "A Last Gaze" e la già citata titletrack.
Una gradita conferma. Ed allo stesso tempo emergono evidenti segnali di crescita.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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