Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2006
Durata:38 min.
Etichetta:Regain
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE LIMBO OF INSANITY
  2. DEATH TRIUMPHANT
  3. WITH VEINS WIDE OPEN
  4. AEONS OF BLOODLUST
  5. RELINQUISHMENT FROM THE UNLIGHTED CHAMBERS
  6. HELLSTORMS OVER THE EMPYREAN
  7. INHALE THE EMBERS
  8. DEVILRY, WICKEDNESS AND SCORN
  9. CURSE OF THE MANIFEST

Line up

  • Magnus Odling: vocals
  • Choronzon: guitars
  • Kraath: guitars
  • Daniel Lindgren: bass
  • Alastor Mysteriis: drums

Voto medio utenti

Prendendo spunto dal titolo di una storica canzone dei Carpathian Forest, a distanza di tre anni esatti ritornano gli svedesi Setherial con la nuova fatica "Death Triumphant". I fratellini poveri dei Dark Funeral provano a rivitalizzare una formula che - anche per un generale declino qualitativo dei mostri sacri del genere - iniziava a mostrare segni preoccupanti di cedimenti strutturali. Ci saranno riusciti? Ovviamente il voto parla chiaro: "Death Triumphant" è un buon lavoro, che lascia però il passo quando si tratta di mostrare che le buone intenzioni non sono solo sulla carta, ma che vengono anche riflesse nell'opera. E purtroppo questo aspetto manca a causa di alcuni pezzi in cui l'ascoltatore si trova incanalato in uno di quegli scivoli ad acqua nei quali è impossibile scegliere una direzione, si può solo subire e aspettare. Al di là dell'aspetto 'deja-vu', i nove pezzi presenti nel disco mostrano anche una tendenza al rallentamento generale dei tempi, complice un riffing più oscuro e meno tagliente che in passato. Questo ovviamente senza rinunciare a quelle tipiche sfuriate a base di blast beat che sono da sempre il vero marchio di fabbrica del black in stile svedese. Da questo punto di vista non c'è nulla da eccepire: gli amanti di questa musica troveranno pane per i loro denti, e da parte dei Setherial questa non rappresenta proprio una novità. Per chi invece si aspettava qualcosa di più ferale e malsano (anche visto il promettente titolo) la delusione sarà cocente, e a poco serviranno ottimi episodi come "With Veins Wide Open", messi lì per far venire l'acquolina in bocca senza poi mai più servire il piatto al tavolo. Novità poche, quindi, ma almeno è presente un miglioramento generale, sia dal punto di vista musicale, che anche negli elementi extra come l'artwork o i testi, sicuramente più curati che in passato. Rispetto a "Endtime Divine" un miglioramento, ma si può fare ancora molto di più.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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