Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:40 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. QUELLA CHE FA COSI'
  2. PIU'
  3. TINA
  4. IMPOTERE
  5. IL BUIO NON E' ASSENZA
  6. NEGARE
  7. SANTE CASEIRO
  8. SUPERBA INCATENATA
  9. LA MENSA DI DON…
  10. CIANZO INTO MAE CANTO
  11. IL PIACERE E' TUTTO MIO
  12. VERME DI VINO

Line up

  • Simone Maggi (Piersimmo): keyboards, sax, accordion
  • Fabrizio Colussi (Pierfabbry): bass
  • Michele Breda (Piermikke): guitar, vocals
  • Filippo Costanzo (Pierphil): drums

Voto medio utenti

Chissà se Emily Elizabeth Dickinson, poetessa tra le più grandi dell’Ottocento americano, avrebbe gradito essere “omaggiata” (soprattutto alla luce delle motivazioni che si celano dietro quest’atto di “ossequio” – vedere il sito della band per svelare il mistero) in questo modo dal gruppo musicale oggetto di questa disamina, il quale trae ispirazione proprio dal nome di battesimo della scrittrice del Massachusetts per il suo monicker.
Il fatto sicuro è, invece, che mi aggrada parecchio l’attitudine dimostrata dai nostri liguri, i quali si auto definiscono “working class band” e riescono a coniugare un certo “divertimento” a questioni politico-sociali di spessore, lontano dalla “demenzialità” fine a sé stessa che potrebbe essere superficialmente suggerita da alcuni dei loro titoli, dove lo stesso “Anni di piombe”, uno dei principali “imputati” di tale “equivoco”, ha un significato “…tragicomico, come l’epoca che stiamo vivendo, con le masse narcotizzate da un’enorme apatia che fa ingoiare di tutto, anche le cose peggiori, senza reazione alcuna o quasi …” (con riferimento al già menzionato website del gruppo).
Impegno senza troppa retorica e seriosità (finto)intellettualoide, dunque, a tratteggiare le basi concettuali, mentre dal punto di vista musicale, assistiamo ad un buon assortimento d’interconnessioni stilistiche, dal punk al folk rock “barricadiero”, dal metal allo ska/reggae, arrivando fino alle fantasie d’ispirazione vagamente “progressiva”, in un percorso creativo probabilmente ancora non ultimato in cui, e cito ancora una volta la bio degli Emily, “… le idee fluttuano in cerca di una direzione senza l’ansia di trovarla …”.
E’ proprio questa “tranquillità” e disinvoltura nell’esporre tutte le variazioni espressive capaci di suscitare una qualche forma d’emozione o interesse, che qualcuno può interpretare come una sorta d’indecisione o confusione artistica, ad identificare, a mio modo di vedere, una formazione piuttosto versatile e molto capace in ognuna delle sfumature qui rappresentate, forte di una preparazione tecnica praticamente impeccabile (non stupisce, infatti, che i nostri vantino un’esperienza nel settore più che decennale) e in grado, con la sua creatività, di non stancare mai l’ascoltatore.
“Anni di piombe” appare così come un disco volubile e gustoso, dove ogni brano svela qualche sfaccettatura sorprendente, capace anche di far riflettere con i suoi testi mai banali ed ottimamente costruiti, senza peraltro che la componente “musica” sia minimamente sacrificata sull’altare del “contenuto”.
Belle le melodie di “Quella che fa così”, “Sante Caseiro” (ottimo il contrappunto pianistico), “Cianzo into mae canto” e della vivace “Il piacere è tutto mio”, incalzanti la poderosa “Più”, gli strappi metallici di “La mensa del don…” (alquanto intriganti i tasti d’avorio alle prese con sonorità “horrorifiche”) e di “Verme di vino” (con qualcosa dei SOAD nell’impasto), preziosa la fisarmonica che rende ancora più irresistibile “Tina”, illumina con la sua presenza “Superba incatenata” (una sorta di personale “narrazione” sul tristemente noto G8 di Genova) e sottolinea l’intensità infusa nella splendida “Impotere” (la più vicina al modus operandi dei Modena City Ramblers), coinvolgente l’irruenza punk-core di “Il buio non è assenza” (con un frammento sbilenco dell’”Internazionale”; i fondamentali Area hanno fatto “scuola”) e “Negare”, ma non vorrei stilare, in questa situazione, una classifica di merito, che mi vedrebbe in grossa difficoltà e che inoltre muterebbe in continuazione con il susseguirsi degli ascolti.
Insomma, a me questi Emily sono assai piaciuti da ogni punto di vista e poi il fatto di includere tra i links del loro “territorio virtuale” in internet (l’ho studiato eh!) quelli relativi a Negazione, Raw Power e Kina (ma ve ne sono anche altri, extramusicali, di gran rilevanza, a dire la verità), che mi ha fatto tornare indietro ai “bei” tempi andati, me li rende ancora più simpatici! Tutto ben fatto ragazzi, con (eventuale) buona pace dei lirici del XIX secolo!

www.emilywcb.org
E-mail: abdel.erichme@tele2.it
Tel.: 348-6585414
Recensione a cura di Marco Aimasso

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