Copertina 8

Info

Anno di uscita:2006
Durata:75 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. EARTH-THE MOVIE
  2. A RABBIT IN THE HAT
  3. EQUALLY IMMORTAL
  4. MRS. CLAIR VOYANCE
  5. SAHARA IN AN HOUGLASS
  6. OUT OF MY SYSTEM
  7. UMBRELLA UNDER THE SUN
  8. SACRED RULES
  9. THE NAZCA LINES
  10. FLIGHT OF THE AN.UNNA.KI
  11. HEAL MY KARMA
  12. WHEN I WHISPER
  13. POSEIDON SAYS

Line up

  • Daniel Flores: drums, keyboards
  • Andreas Novak: vocals
  • Johan Niemann: guitars, bass

Voto medio utenti

Un concept ambizioso sulla teoria darwiniana dell'evoluzione umana (molto ben raffigurata nell'artwork di Matias Noren) attraverso tematiche che abbracciano scienza, fisica, religione, fenomeni inspiegabili (le linee di Nazca): questo in sintesi il disco che saluta il ritorno dei Mind's Eye a 4 anni dal precedente ottimo "A work of art". Orfani del chitarrista uscente Fredrik Grunberger, i 3 svedesi in "Walking on h2o" elevano all'ennesima potenza il lavoro sopraffino su melodie, arrangiamenti ed impasti corali con risultati sorprendenti che chiamano in causa gli Yes del periodo Trevor Rabin ("90125", "Big Generator"), Asia, ELO, Journey, Threshold, ACT, i Genesis di "Abacab" e "Duke", insomma tutto quel tipo di prog rock arioso, melodico ed avvolgente ricco di potenziale commerciale trattato dalla band in modo personale ed enfatizzato da arrangiamenti orchestrali e cinematografici. Sbagliato pensare che questo sia un disco "facile" solo perchè i brani funzionano bene anche se presi singolarmente e nelle strutture non si va alla ricerca disperata del cambio di tempo (fatta eccezione per gli 11 minuti della suite "Poseidon says"): il lavoro sui testi è da seguire attentamente così come gli interludi e gli estratti parlati che introducono adeguatamente le canzoni (una professoressa spiega la teoria di Darwin, il presidente Kennedy annuncia la prima missione sulla luna, l'annuncio di un assistente di volo o di un meteorologo ascoltato in tv da un uomo malato di cancro che ha deciso di farla finita), tutte focalizzate su melodie complesse ma accessibili sin dal primo ascolto. La voce di Andrea Novak è pulita e priva di sbavature, tocca profondamente nelle atmosfere sognanti e disneyane di "When I whisper" ricamate da piano e orchestra per poi coinvolgerci nei pastosi refrains corali da stampo in testa di "A rabbit in the hat" e "Out of my system", azzardando incursioni nell'heavy orchestrale di Kamelot e Symphony X ("Sacred rules") e proponendosi con uno stile unico nella personalissima "Nazca lines" (gioiello di prog melodico dai cori strepitosi), e come se non bastasse ecco i 3 minuti a ritmo serrato della strumentale "Flight of the an.unna.ki" tanto per dimostrare che non serve allungare troppo il brodo per far vedere come si riescono ad omaggiare alla grande gruppi come ELP, Shadow Gallery e Magellan. Gran bel disco sia per i cultori del prog meno cervellotico che per i fans dell'AOR corposo e suonato alla grande, da segnalare che la versione giapponese include la cover di Prince "Sign of the times".
Recensione a cura di Carlo Viano

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