Copertina 7

Info

Anno di uscita:2005
Durata:64 min.
Etichetta:AOR Heaven
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. DON'T TURN AWAY
  2. TIME WILL NEVER CHANGE
  3. GOOD TIME
  4. KING OF SPEED
  5. TROUBLE
  6. THIS TIME AROUND
  7. LET IT GO
  8. WILL YOU REMEMBER
  9. RAIN DOWN
  10. LONELINESS
  11. GET YOU HOME
  12. CHANGE (BONUS TRACK)
  13. FOR ALL WE KNOW (BONUS TRACK)

Line up

  • John Levesque: vocals
  • Michael Prince: keyboards, rhythm guitar
  • Adam Kury: bass
  • Roger Romeo: guitars
  • Jeff Poole: drums

Voto medio utenti

"Diamonds are forever" in questo caso non è lo slogan del noto colosso sudafricano nell'industria del diamante (sostenitore di una politica imprenditoriale quantomeno "discutibile") e neanche un famoso film di James Bond del 1971 (titolo italiano "Una cascata di diamanti", con Shirley Bassey interprete del sensuale brano omonimo, tema portante della soundtrack), ma bensì il disco dell'ennesimo ritorno dei Legs Diamond, un eccellente act statunitense che dall'esordio omonimo del 1977 ad oggi ha saputo, pur nell'ambito di un'esistenza artistica abbastanza travagliata, costantemente tener duro, attraversando le varie sfumature musicali (dagli influssi prog dei primi lavori, passando per il pomp e per l'AOR più energico fino a quello maggiormente "radiofonico") del grande universo dell'hard rock, mantenendo un livello di rendimento sempre mediamente piuttosto elevato (le mie preferenze vanno in ogni caso alle fasi iniziali della storia del gruppo Losangelino, con i superlativi "Legs Diamond" e "A diamond is a hard rock" veri apici della loro parabola musicale).
Dopo ristampe e recuperi vari è tempo, dunque, di un lavoro in studio nuovo di zecca, con una formazione ancora una volta modificata, nella quale spicca la sostituzione dello storico Rick Sanford con l'ugola espressiva e preparata, ma leggermente meno carismatica, di John Levesque (Montrose, Wild Horses e Shout tra le sue referenze).
La buona "Don't turn away" dimostra un'attitudine hard blues piuttosto ispirata, mentre "Time will never change", a partire dal titolo e dalle atmosfere create dalle tastiere di Prince, sembra quasi voler affermare che il tempo non potrà cambiare le qualità fondamentali di un gruppo che non vuole (e non deve) arrendersi alle nuove leve.
"Good time" cita in modo fin troppo esplicito i "canguri" AC/DC, la carica esplosiva di "King of speed" sostiene con convinzione la tesi di quelli che avevano affibbiato ai nostri l'appellativo di "Deep Purple a stelle e strisce" (in misura anche superiore di quanto effettivamente poi riscontrabile negli albums che avevano originato tale parallelismo), mentre "Trouble", "Let it go" e "Rain Down" smentiscono quanto appena espresso in "Time will never change", dimostrando che il grunge e un certo tipo d'approccio "moderno" all'hard rock, almeno un po', sono riusciti ad influenzare il modo di fare musica anche di venerabili veterani della "scena" come i Legs Diamond.
In "This time around" affiora una vecchia passione del gruppo, il progressive, ma dove agli esordi era ovviamente quello d'estrazione seventies a fare sentire sporadicamente la sua voce, in questo caso è quello più "tecnologico" ad insinuarsi nelle pieghe del sound dei nostri, con risultati mediamente apprezzabili e una buona prova in estensione delle corde vocali della new entry Levesque.
Le deliziose ambientazioni A.O.R. di "Will you remember" e dell'ottima "Loneliness" (dove fa capolino anche l'antica verve pomp/prog) conducono nuovamente gli appassionati della band su terreni maggiormente "familiari" e tralasciando gli accenni sleaze di "Get you home" abbastanza trascurabili, non resta che menzionare le due bonus tracks del disco "Change", un gradevolissimo classic hard number, dominato dal suono dell'organo (con i Purple MK III nell'anima) e "For all we know", una piccola delicatezza strumentale, semplice, semplice ed avvolgente.
Insomma, i Legs Diamond, avvalorando una delle qualità del minerale citato nel monicker (ma ricordiamo che l'ispirazione arriva da un famoso gangster degli anni venti) e in alcuni titoli dei loro dischi, dimostrano la loro "durezza" e la loro indistruttibilità, mentre per quanto riguarda le altre caratteristiche fondamentali della pietra, quali il pregio, la caratura e la brillantezza, beh, mi sembra che il fulgore dei giorni migliori si sia irrimediabilmente affievolito, consegnandoci oggi un gruppo navigato, tecnicamente preparato, che cerca da un lato di "aggiornarsi" e dall'altro di condensare in un unico lavoro un po' tutte le passioni musicali che lo hanno alimentato negli anni, tentando, in questo modo, di accontentare tutti, ma che, purtroppo, non raggiunge quell'eccellenza che avrei sperato.
"Diamonds are forever" è, in sostanza, un buon disco, ma leggermente troppo altalenante nel risultato, così non resta che consolarci confidando nell'avere la possibilità di saggiarne le qualità dal vivo, una delle situazioni più congeniali ai Legs Diamond anche negli anni "difficili" della loro vita e poter valutare le nuove canzoni magari raffrontandole direttamente con i classici del gruppo (oltre tutto sarebbe interessante sentire come se la cava il nuovo singer con "It's not the music", "Stage fright", "Rock and roll man", "Deadly dancer", "Evil", "I think I got it", "Woman" o "Rat race") ... dopo la recente presenza all'United Forces Of Rock festival nella relativamente vicina Stoccarda, una loro esibizione anche dalle nostre parti non è poi una speranza troppo velleitaria.
Recensione a cura di Marco Aimasso
Diamonds are forever

Whole official discography(by Legs Diamond)before "Diamonds are forever": Albums Legs Diamond (1976) A Diamond is a Hard Rock (1977) Fire Power (1978) Out on Bail (1984) Land of the Gun (1986) Town Bad Girl (1990) Captured Live (1992) 1990 live recording in San Antonio, Texas The Wish (1993) Uncut Diamond (1999) Favourites Volume One (2004)

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