Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:42 min.
Etichetta:Pride & Joy Music
Distribuzione:Soulfood

Tracklist

  1. DIE FOR YOU
  2. BEGGING
  3. NEVER AGAIN
  4. DEATH LAUGHS AT YOU
  5. NIGHTWALKER
  6. LIVING IN A DREAM
  7. COCKROACH
  8. KILL US ALL

Line up

  • Johan Fahlberg: vocals
  • Matti Norling: guitar
  • Marcus "Mackan" Holten: guitar
  • Lennart "Z" Zethzon: bass
  • Fredrik Jansson-Punkka: drums

Voto medio utenti

Forti di un nuovo cantante, Johan Fahlberg (Jaded Heart) e di un nuovo chitarrista, Matti Norlin (Badge), i Lugnet ritornano a frequentare la frenetica scena discografica contemporanea con un lavoro piuttosto piacevole e coinvolgente, perfetto per soggiogare i sensi dei tanti estimatori dei suoni “classici”, che fremono per Deep Purple (i principali “maestri” dei nostri, direi …), Rainbow, Whitesnake e Uriah Heep.
Cresciuti in convinzione e sotto il profilo musicale in generale, gli svedesi s’inseriscono con prepotenza in una scena alquanto inflazionata e riescono ad arrivare all’anima dei fans del settore grazie ad una notevole intensità espressiva, pilotata dalla voce graffiante e poderosa di Fahlberg, autore di una prova assai convincente.
Al resto ci pensano brani molto ben concepiti sul piano compositivo, ossequiosi della “storia” del genere e non per questo imputabili di sterile citazione e di eccessiva deferenza.
Si comincia con una fragorosa e ferale “Die for you”, che unisce con gusto seventies ed eighties (ostentando qualche barlume di NWOBHM), per poi proseguire con una “Begging” che pulsa di smaniosa materia Porpora, padroneggiata con innata sensibilità e attitudine.
Tocca, subito dopo, al riff “concentrico” e ipnotico di “Never again” il compito di mantenere alta l’attenzione e se l’obiettivo può dirsi perfettamente centrato, anche con “Death laughs at you” non si rischiano cali di concentrazione, scongiurati da una violenta scarica emozionale intrisa di desolante catarsi blues.
L’urgenza adrenalinica della title-track è un bel modo per procedere spediti in un programma che riserva ancora tre scosse importanti come la suadente “Living in a dream”, la vibrante “Cockroach” e, soprattutto, la caliginosa “Kill us all”, un autentico gioiellino di heavy-rock dai contorni magici ed evocativi.
Nightwalker” dimostra, dunque, che sfruttare l’inesauribile filone aureo della “tradizione” può ancora essere una pratica costruttiva e non speculativa se, assieme alla devozione, è l’ispirazione a guidare le velleità artistiche di una band preparata e motivata … tra l’altro, ho l’impressione che i Lugnet abbiano i mezzi per contribuire alla “causa” in maniera ancora più decisiva … per ora, molto bravi.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 10 apr 2019 alle 14:26

l'ho ascoltato una sola volta e mi pare un buon album che ci riporta indietro negli anni con un sound retrò ma potente, mix fra Deep Purple e doom metal

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