Copertina 8

Info

Anno di uscita:2019
Durata:43 min.
Etichetta:Punishment 18 Records

Tracklist

  1. ANONYMOUS SOULS
  2. DEAF DUMB AND BLIND
  3. WIDE OPEN
  4. TIME WLLL COLLAPSE
  5. INCOGNITO
  6. SPIRITUAL ABYSS
  7. SILICON WAR
  8. CODE OF SILENCE
  9. 263
  10. PILLARS OF DEMOCRACY
  11. POISONED WATERS

Line up

  • Tristan: bass
  • Jerome: drums, vocals
  • Rob: guitars (lead), vocals
  • Samy Lee: guitars (rhythm)

Voto medio utenti

I Manifestic sono una giovane band tedesca che, dopo la firma con la Punishment 18 Records, pubblica il glorioso debutto “Anonymous Souls”. Inizio con il dire che questo è un album veramente ottimo per essere un debutto, ricco di idee fresche e genuine, idee che trasudano voglia di suonare per il gusto di farlo, e non per i quattrini.
Come buona parte dei dischi di thrash-speed “Anonymous Souls” inizia con il botto con l’omonima traccia, una canzone alienante, che non lascia poco respiro alla gioia e alle emozioni positive.

Uno dei primi elementi che salta all’occhio ascoltando questo lavoro è il drumming di Jerome Reil, figlio di niente popò di meno che dello storico batterista dei Kreator, Jurgen “Ventor” Reil, che in questo album è veramente una macchina; ogni colpo è al suo posto, e con questo non intendo che non ci sono eventuali errori non corretti dalla post produzione (nel 2019 sarebbe praticamente impossibile), ma intendo la composizione batteristica nei vari brani, nulla di troppo, nulla dimeno, non troppo prevedibile, non troppo astruso, praticamente impeccabile.
Un’altra canzone struggente ma anche avvincente che considero una perla (al livello strumentale) di questo “Anonymous Souls” è la terza “Wide Open”, un vero e proprio pugno nello stomaco dai nostri giovani tedeschi. Perchè ho messo “(al livello strumentale)”? L’avrete già intuito…la voce...la voce di Rob Richter, anche chitarrista solista...inutile dire che gli consiglio fortemente di abbandonare il doppio ruolo, alla chitarra fa davvero un’ottimo lavoro: ispirato, non esageratamente tecnico (anche se qualche tecnicismo c’è ma non da noia, anzi), funzionale al brano, con assoli invidiabili e tutto quello che vi pare, però la sua voce proprio stona su questo bellissimo album. Rob ha una voce dal piglio più hardcore che metal.

Un’altra chicca di questo debutto è l’unica traccia di una durata veramente consistente, quasi 8 minuti, “Time Will Collapse”: Il brano inizia con un riff ipnotico per poi proseguire con una cascata di altri bei riff in pieno speed-thrash con i coglioni quadrati, per poi sfociare in una bellissima parte strumentale dove la già citata promessa delle pelli Jerome, “dialoga” con le chitarre, in un magistrale scambio di frasi, musicalmente parlando. Davvero una goduria per i vostri padiglioni auricolari. Seguono dei cosmici assoli, e un paio di ritornelli per arrivare al capolinea. Ovviamente non possiamo definire “Time Will Collapse” come una nuova “Master Of Puppets”, però sono certo che è una traccia che lascerà un segno nell’ascoltatore.

Vorrei soffermarmi brevemente sulla copertina: Un’astronauta impiccato, probabilmente suicida, spinto all’atto estremo dalla desolazione di terre aliene e dalla consapevolezza che non rivedrà più le verdi campagne che ha lasciato sulla madre patria…
Questa copertina l’ho trovata molto poetica e profonda, mette veramente tristezza, soprattutto se associata a tracce come “incognito” o “Spiritual Abyss”, canzoni molto brevi ma davvero struggenti.
Immagine
Però a questo punto i Manifestic ci tirano un bello schiaffone e ci ricordano che esiste anche la positività e l’allegria, con tracce dai gioviali temi (musicali) come “Silicon War” o “Code Of Silence”.
Consiglio questo album? Si, si e solo si. Non aggiungo altro, ascoltatelo.
Recensione a cura di Carlo Masoni

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