Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:57 min.
Etichetta:XenoKorp

Tracklist

  1. PEOPLE SWARMING, EVIL RULING
  2. CORONATION OF THE LEECHES
  3. RéSIGNéS
  4. LES AFFRES DU TRéPAS [PART I]
  5. LES AFFRES DU TRéPAS [PART II]

Line up

  • Frédéric Patte-Brasseur: guitars, recording
  • Jonathan Théry: bass, vocals
  • Pierre Sénécal: drums
  • Hugo Gaspar: guitars
  • Julien Payan: guitars

Voto medio utenti

Dall'uscita di quel capolavoro a nome "Slow Trascending Agony", i francesi Ataraxie si sono ritagliati un ruolo di assoluta prominenza nel panorama del funeral doom più cupo e disperato, e alle soglie dei 20 anni di gloriosa attività fanno uscire oggi per XenoKorp il loro quarto lavoro in studio intitolato "Résignés": in questo nuovo lavoro riesce a mettere insieme circa 1 ora e 23 minuti, spalmati su sole 4 tracce della durata media di 20 minuti ciascuna, da cui traspira la debordante angoscia esistenziale che da sempre permea l'opera degli Ataraxie, qui raffigurata tramite tempi lenti e cupi scanditi da accordi di chitarra dal sound catacombale, la cui coltre plumbea viene talvolta lacerata da innesti melodici dal sapore straziante su cui il growl Jonathan Théry declama il proprio male di vivere. Nonostante qualche timida accelerazione e concessione a tempi meno funerei, "Résignés" si muove nella quasi totalità su ritmi ostinatamente lenti e trascinati, ripetitivi, che rendono questo lavoro di certo non di semplice fruizione: tuttavia si tratta di un'esperienza appagante, un viaggio esistenziale che trova in canzoni come "Coronation Of The Leeches" o la conclusiva "Les Affres Du Trepass" gli episodi più intensi e meglio riusciti di questo lavoro.
Come spesso accade parlando di un genere così di nicchia come il funeral doom, siamo di fronte ad un disco indubbiamente molto valido ma la cui componente intrinsecamente e profondamente luttuosa invita ad un utilizzo molto cauto di "Résignés", oltre ad un ascolto molto ben focalizzato ed attento da riservare nei momenti più cupi della nostra vita. In tal senso, il funeral doom tutto può rivelarsi salvifico.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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