Copertina 4

Info

Anno di uscita:2019
Durata:48 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. VOICES
  2. I, THE MASK
  3. CALL MY NAME
  4. I AM ABOVE
  5. FOLLOW ME
  6. (THIS IS OUR) HOUSE
  7. WE WILL REMEMBER
  8. IN THIS LIFE
  9. BURN
  10. DEEP INSIDE
  11. ALL THE PAIN
  12. STAY WITH ME

Line up

  • Björn Gelotte: guitars
  • Anders Fridén: vocals
  • Niclas Engelin: guitars
  • Bryce Paul Newman: bass
  • Tanner Wayne: drums (additional)

Voto medio utenti

Chi spera ancora in un album Melodic Fukking Death Metal degli In Flames, come i primi gloriosi lavori, da Lunar Strain a Clayman in pratica ha malriposto le sue speranze da un bel po’ di anni, fin troppi.
La band di Gothenburg propone oggi un Metalcore di bassa lega e banalotto che è, sfortunatamente, tra le prime cose in cui si imbatte un giovane ragazzo che vuole avvicinarsi per la prima volta al nostro amato Heavy Metal. Infatti le melodie, le linee vocali e in particolare i ritornelli sono paragonabili a quelli di band che portano il nome di Black Veil Brides o Bullet For My Valentine.

Stiamo parlando di una band che è sotto le ali della mastodontica Nuclear Blast da parecchio tempo, quasi 25 anni (hanno pubblicato solo il debutto e tre album per un’altra etichetta, Wrong Again Records, Koch Records, Century Media e Epic), e di conseguenza deve vendere tanto = andare dietro le mode = appiattimento totale di suoni e songwriting. La matematica non sbaglia mai. Le chitarre (elettriche) hanno non solo lo stesso suono durante tutto l’album, su quello ci posso passare sopra, ma hanno lo stesso suono di mille altre band di cui ho avuto la sfortuna di ascoltare alcuni brani.

La voce di Anders Fridén, con un fortissimo sforzo di fantasia, alterna un penoso (e per fortuna raro)“Growl” con una voce pulita che, soprattutto nei singoli pubblicati (Burn, I Am Above e la title-track), raggiunge dei livelli di ridicolo allucinanti.

Però attenzione, non è tutto da buttare secondo me, e il lavoro dietro le pelli di Tanner Wayne è ottimo, senza fronzoli inutili ne' sedicesimi di charlie senza senso che ora vanno tanto di moda: preciso, pulito e funzionale al brano, però non può salvare da solo un intero album. Sempre con questo proposito del “salviamo il salvabile” mi pronuncio anche sul fatto che non tutti i brani, nonostante siano metalcore commerciale all’ennesima potenza, sono scritti apposta per delle dodicenni con problemi con il fidanzatino. Tant’è che, eliminando la terribile intro e outro con il coro dei bambini rivoluzionari (che avrà tanto piglio sul pubblico durante i live), “(This Is Our) House” è una canzone che presa da sola senza tutto il disco è davvero pietosa, ma risulta una luce in fondo al tunnel se ascoltata insieme a tutto il resto dell’album.
Gli stessi In Flames millantano che questo sia il loro miglior album di tutta la carriera...mi dispiace davvero…
Ora vado a purificarmi i padiglioni auricolari con Subterranean o Colony.

Consiglierei a qualcuno l’ascolto di questo abominio? Proprio no. Nemmeno sotto tortura.



Recensione a cura di Carlo Masoni

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 mar 2019 alle 18:50

Comprato il cd proprio oggi da Mariposa, imho bello. Fotte sega di settoriarlo in un genere, per me e' davvero un gran disco.

Inserito il 08 mar 2019 alle 15:37

Il problema, come diceva qualcuno poco prima, non è il genere. Perché anche in quel genere sarebbe un album molle e senza spunti validi, esattamente come battles. E io sono un accanito fan degli In Flames, ho apprezzato quasi tutta la produzione post colony, tra alti e bassi alcuni dischi mi sono pure entrati nel cuore (a sense of porpouse su tutti). Ma qui non si tratta neanche più di sperimentare, cambiare direzione per rimanere se stessi (autocitazione :-p), qui si tratta di una band che ha inserito il pilota automatico neanche troppo velatamente, che ricicla le stesse idee da un po' di album, la struttura dei brani è sempre quella e non sorprende mai. Il problema non è il genere, c'è poco da fare

Inserito il 08 mar 2019 alle 12:22

Giusto, me l'ero dimenticato. grazie della correzione.

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