Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:28 min.
Etichetta:Nuclear War Now! Prodsuctions
Distribuzione:/

Tracklist

  1. IN THE CHURCH
  2. THEY DO NOT REST (CLOCK OF THE GIANTS)
  3. EERIE MURMURING / INFINITY ABYSMAL
  4. INTERLUDE / CALL OF THE GORGON
  5. SHIFTING INTO NECROCOSMOS
  6. HER COLD BREATH
  7. INTERLUDE / TUCHULCHA
  8. THE RITE OF COSMIC VOID
  9. WHEN THE MAGUS WHISPERS TO THE SKIES

Line up

  • Valerio Scissor: guitars
  • Welt: guitars
  • MeTa: bass
  • Rector Stench: drums
  • Mirko "Offender" Scarpa: vocals

Voto medio utenti

Debutto coi fiocchi per questa band nostrana, i romani Sangue, già dal nome sono una garanzia di un suono marcissimo fino al midollo.
Nonostante la band debutti con questo full dopo un ep omonimo uscito nel 2017 ha le idee molto chiare.
Vuole proporre del buon, marcio, corrotto e devastante death metal vecchia scuola senza troppi fronzoli.
L’opener “In the church”, attacca di bestia con un up tempo grezzissimo, sporco e marcio fino al midollo.
I chitarroni sono serratissimi e c’è un bel vocione in growl cavernoso a far da cantore infernale.
Un brano che ha anche un breve solo malato, ciliegina sulla torta un rallentamento doom/death metal oscuro per pi sul finale arrivare un blast beat con urla incorporate.
Eerie murmuring”,viene aperta da una cavalcata death per poi partire in maniera tellurica; il riffing é di scuola death metal europea con rallentamenti a serrare le fila per poi riprendere a devastare.
Il basso è ben udibile e il growl è cavernoso e diabolico come da tradizione estrema.
C’è una melodia maligna che fa capolino durante il brano e si sente qualche scoria death/thrash goduriosa.
Call of the gorgon”, è un breve intermezzo strumentale con effetti orrorifici; questi intermezzi, dato che ve ne sono un paio, servono da cornice horror all’opera.
Shifting into necrocosmos”, ha un rifferama che è marciume allo stato pure e vecchia scuola; per certi versi richiama qualcosa dei sempiterni Possessed.
Il growl é cavernoso e ricco di eco per rendere ancora più catacombale il suono.
Cambi di tempo danno varietà al brano ed è difficile resistere all’headbanging.
La conclusiva “When the magus whispers to the skies”, è sporca e devastante; la batteria é tellurica con riffing serrati maligni e un growl profondissimo.
Il brano ha anche una parte cadenzata che richiama qualcosa dello swedish death metal dei bei tempi per l’uso delle chitarre e della sezione ritmica.
Anche in questo brano c’è una parte rallentata e marcia fino al midollo condita da un solo maligno e breve, il brano poi si spegne nella coda strumentale dal taglio horror.
Un gran bel debutto, marcio e senza compromessi; la band non vuole cambiare il corso della musica, ma proporre con passione del sano death meta vecchia scuola; obiettivo centrato.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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