Copertina 7

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2019
Durata:104 min.
Etichetta:Radiant Records

Tracklist

  1. OVERTURE
  2. THE DREAM ISN'T OVER
  3. WELCOME TO THE WORLD
  4. A MOMENTARY CHANGE
  5. DARK MELODY
  6. I GOT TO RUN
  7. TO THE RIVER
  8. THE GREAT ADVENTURE
  9. VENTURE IN BLACK
  10. HEY HO LET'S GO
  11. BEYOND THE BORDERS
  12. OVERTURE 2
  13. LONG AGO
  14. THE DREAM CONTINUES
  15. FIGHTING WITH DESTINY
  16. VANITY FAIR
  17. WELCOME TO THE WORLD 2
  18. THE ELEMENT OF FEAR
  19. CHILD OF WONDER
  20. THE GREAT DESPAIR
  21. FREEDOM CALLING
  22. A LOVE THAT NEVER DIES

Line up

  • Neal Morse: vocals, keyboards, guitar
  • Eric Gillette: guitar, vocals
  • Bill Hubauer: organ, piano, synth, vocals
  • Randy George: bass, bass pedals, vocals
  • Mike Portnoy: drums, vocals
  • Chris Carmichael: strings
  • Amy Pippin: backing vocals (22)
  • April Zachary: backing vocals (22)
  • Debbie Bressee: backing vocals (22)
  • Julie Harrison: backing vocals (22)

Voto medio utenti

Era il 2014 quando usciva “Kaleidoscope” dei Transatlantic e mi ritrovavo a pensare: “bello, però…”. Oggi esce “The Great Adventure” e la sensazione di déjà-vu si fa a dir poco inquietante.

Stiano sereni i fan più incalliti di Neal Morse, nel nuovo album dell’artista americano c’è tutto quello che ci si aspetterebbe da lui: un concept - che ricomincia da dove si era interrotto “The Similitude Of A Dream” - di cento e passa minuti, intrecci vocali in abbondanza, testi impegnati, arrangiamenti da manuale e performance maiuscola. Quello che manca - e questa volta pesa maggiormente perché ho rilevato un lieve “calo” sul fronte tematico/melodico rispetto al precedente capitolo - è un vero effetto sorpresa, un colpo di genio che non faccia pensare solo al “solito” buon disco di Neal Morse.

Quindi tutto già ascoltato? Più o meno sì, dall’introduttiva “Overture” con i suoi dieci minuti dallo sviluppo più che collaudato alla conclusiva “A Love That Never Dies”, crescendo di musica e parole tanto emozionante quanto ormai “scontato” nella discografia del cantante. A volte c’è un pizzico di cattiveria in più (ma “Welcome To The World 2” non attacca esattamente come “Lie” dei Dream Theater? ndr), altre la memoria va alle soluzioni più barocche e teatrali degli album solisti di Rick Wakeman (penso a “To The River”, che ho apprezzato particolarmente).

C’è tanto (troppo?) mestiere tra i solchi di “The Great Adventure”, almeno alle mie orecchie. Per carità, i risultati sono indiscutibili se parliamo di brani come la titletrack, “The Great Despair” o “The Element Of Fear” (ossessiva alla maniera dei King Crimson).

È altrettanto vero che siamo ben lontani dall’insufficienza, ma non era forse lecito aspettarsi qualcosina di più oltre al “compitino”? Io credo di sì.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 06 mar 2019 alle 13:17

Concordo totalmente con la tua recensione. Se si guarda al predecessore, seppur in piena formula "Morsiana", il livello delle composizioni era altissimo da tutti i punti di vista. Qui invece sembra tutto fatto un po' di fretta e senza troppo impegno, basti vedere il tema di "A love that never dies" che si ripete praticamente un pezzo sì e l'altro pure. Peccato perché per me Similitude è davvero un capolavoro e, per quanto sempre piacevolissimo da ascoltare, questo sequel non è assolutamente alla sua altezza.

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