Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2006
Durata:39 min.
Etichetta:The Oath
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. INTRO
  2. EVOCATIVE PRAYER TO LILITH
  3. GARDEN OF THE PHILOSOPHERS
  4. MONARCH OF LIE
  5. FABLED CEREMONY
  6. RIVERS OF INCENSE
  7. PRINCIPIUM ATER
  8. SHAMHAIN (UMBRAE RITUALIS)

Line up

  • Saevum: guitars
  • Ulfhedhnir: vocals
  • Kvasir: bass
  • Ahrjin: drums

Voto medio utenti

L'oscuro artwork curato dall'artista emergente canadese Dennis Thomsen (con ancora parecchi margini di miglioramento) mi ha riportato subito alla mente i Dark Funeral di "Secrets of The Black Arts": losche figure incappucciate, in processione attorno ad antiche rovine spazzate dalla furia degli elementi. "Vehementia", il nuovo lavoro dei nostrani Abhor, è proprio questo... un album di intenso ed insistente black metal, suonato ora alla maniera svedese, ora in modo più personale. Abbandonate le atmosfere più dark del precedente "Vocat Spiritum Morti", il quartetto padovano riabbraccia l'anima più dura e grezza del black pur senza rinunciare alle perversioni esoteriche già messe in mostra in precedenza. La musica degli Abhor è piuttosto semplice nelle intenzioni: maligni mid-tempos vengono creati con l'apporto di riff sempre semplici e ripetitivi, impreziositi da una vena melodica che riesce talvolta a fare breccia nelle composizioni. Un drumming semplice, e le ruvide vocals di Ulfhedhnir sorreggono i brani che non si fanno mai prevedibili pur nella loro linearità: si prenda ad esempio la conclusiva Shamhain, che in chiusura è ancora in grado di regalarci un'ottima melodia alla Satyricon pervasa di spettralità, prima del rituale finale. Oppure il trascinante ritornello di "Principium Ater", che con la dimostrazione di intenti "Satana... Satana... Satana" è in grado di trasmettere più di molte altre parole. Peccato per l'esigua durata del lavoro, che fa venire voglia di ascoltarne ancora di più. Ma questi otto pezzi sono già in grado di dare un'idea abbastanza precisa sul percorso che hanno imboccato questi quattro ragazzi... ancora qualche piccolo sforzo per quanto riguarda la personalità e ci troveremo davanti ad una piacevole realtà del panorama nostrano, meritevole di attenzione anche all'estero.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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