Copertina 6

Info

Anno di uscita:2018
Durata:41 min.
Etichetta:Sliptrick Records

Tracklist

  1. THE GRAND OPENING
  2. SWAN
  3. SECRETO EN FRAGOPOLIS
  4. THIS MOMENT
  5. MY GUIDANCE HOME
  6. BEFORE OUR LIVES
  7. THE INDEPENDENT DREAMLAND
  8. DEMON
  9. BETRAYED LOVE
  10. DESERT RUINS
  11. SECRETO EN FRAGOPOLIS (RADIO EDIT)

Line up

  • Feral Inferis: guitars
  • Ady Hnat: vocals, guitars
  • Adam Maňko: guitars
  • Peter Jakub: bass
  • Luxin Tenebris: drums

Voto medio utenti

Arrivano dalla Slovacchia, precisamente da Presov, questi cinque musicisti praticamente sconosciuti riunitisi sotto il monicker di “Etterna” che alla fine del 2018 hanno dato alla luce il loro esordio discografico intitolato “Chaotic”. La proposta musicale di questi ragazzi (le cui abilità tecniche sono davvero molto valide) è indubbiamente pregna di ottime intenzioni che purtroppo i nostri riescono a concretizzare solamente a sprazzi in questo lavoro.
Ma andiamo con ordine, l’album si apre con l’immancabile intro “The Grand Opening” basato su un giro di arpeggi di chitarra acustica che a loro volta sono il preludio alla successiva “Swan” traccia dalla tipica struttura prog con tempi dispari e sincopati scanditi da chitarre rocciose che nel refrain lasciano spazio alla melodia, tutto sommato il pezzo è godibilissimo con l’assolo finale di Adam Manko a fare da classica ciliegina sulla torta. La successiva “Secreto En Fragopolis” (che viene ripetuta anche a fine album in versione “Radio-Edit”), affonda le sue radici nel “AOR” più tradizionale reggendosi soprattutto sulle orecchiabilssime linee melodiche che, forse per evitare di divenire eccessivamente stucchevoli, vengono intervallate qua e la dal cantato in growl. Nelle tracce che seguono si cerca di stabilire una sorta di compromesso equilibrato, che a dire il vero riesce solamente a fasi alterne, tra un roccioso ma melodico heavy-power e, per interrompere il suo incedere regolare che talvolta potrebbe risultare monotono, qualche richiamo progressive, parallelamente anche le linee vocali che per lo più sono pulite e assai armoniose, sono piene di inserti col cantato in growl, anche in questo caso probabilmente con l’intento di spezzare l’andatura eccessivamente lineare del brano; è questo il caso di pezzi come “This Moment”, “My Guidance Home”, della potente “Before Our Lives”, e “The Indipendent Dreamland” che cresce d’intensità dopo un inizio abbastanza scontato grazie a un riff di chitarra nella parte centrale che richiama molto vagamente i “Gamma Ray” dei tempi d’oro, conferendo una sferzata di aggressività decisiva per la buona riuscita del brano.
Le ultime 3 tracce sono un’alternanza di emozioni, si comincia dalla convincente “Demon” una song che affonda le sue radici nell’heavy metal tradizionale a cui vengono abbinate delle linee vocali più moderne, e ancora una volta il singer Ady Hnat dimostra tutta la sua versatilità, ma a rovinare questo entusiasmo è però la successiva “Betrayed Love” una ballad assolutamente anonima, priva di mordente e d’ispirazione che non convince nemmeno nell’assolo finale. Fortunatamente ci pensa la conclusiva “Desert Ruins” a risollevare nuovamente il morale dell’ascoltatore grazie alla sua partenza “supersonica”da tipica “killer-song”, ai suoi tempi irregolari (dalle ritmiche più cadenzate si passa improvvisamente a quelle più accelerate che seguono un’andatura quasi “impazzita” e fuori controllo), alla sua rocciosità tipicamente heavy con venature trash ed all’immancabile alternanza tra voce pulita e growl che qui è presente in maniera più massiccia rispetto alle precedenti canzoni, infine, menzione a parte merita il bellissimo assolo finale di Adam Manko che conferma di essere un chitarrista dalle notevoli doti tecniche.
Insomma, sintetizzando il tutto, “Chaotic” è un album tutto sommato apprezzabile anche se pieno di luci ed ombre, dove si alternano momenti molto positivi ad altri decisamente meno convincenti (sia nelle melodie che effettivamente a volte risultano troppo stucchevoli, sia nella banalità di certe parti strumentali) di cui forse si rendono conto gli stessi Etterna, poiché, come già detto, cercano di colmare queste lacune ad ogni costo con le tecniche appena descritte. Indubbiamente va detto, a difesa di una band che si affaccia per la prima volta sul mercato discografico, che non è semplice al giorno d’oggi cercare di convincere e di stupire immediatamente l’ascoltatore (soprattutto un amante della musica metal, che, per indole, è dotato di forte spirito critico), ma d'altro canto, in virtù di quanto di positivo lascia intravedere questa band, è auspicabile ed è giusto pretendere che in futuro sappia fare di meglio perché le potenzialità ci sono tutte.

Recensione a cura di Ettore Familiari

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