Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:non disponibile
Etichetta:Valery Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ANAMNESIS
  2. DEVASTATION
  3. TOWER OF BABEL
  4. THE OGRE
  5. LETTER TO HEAVEN
  6. SENTENCED TO DEATH
  7. BURIED ALIVE
  8. HOLY WAR
  9. GETHSEMANE
  10. U.D.T.Q.
  11. LIGHT AFTER DARK

Line up

  • Matteo Vicenzi: vocals
  • Andrea La Piccirella: guitars
  • Nicola Palma: bass
  • Andrea Ferrari: drums

Voto medio utenti

Si riaffacciano su queste pagine i Mary Brain, alle prese con la loro terza uscita discografica, che si presenta con un curato digipack e soprattutto supportata da una proposta musicale di tutto rispetto.
"Light After Dark", uscito per la Valery Records, ci consegna, infatti, una band che ha continuato a evolversi sino a tagliare il cordone ombelicale dalle precedenti (peraltro inevitabili) influenze a favore di un songwriting personale e spunti interessanti. Fa anche piacere ritrovare al microfono il cantante Matteo Vicenzi, che pareva essersi allontanato dai Mary Brain subito dopo l'uscita di "Regression of Human Existence" (2013) e che ha così ricomposto il quartetto che già si era ben districato in occasione dell'appena citato album d'esordio e del precedente EP "Pay for Your Sins" (2009), sempre in compagnia di Andrea La Piccirella (chitarra), Nicola Palma (basso) e Andrea Ferrari (drums). Al fianco di un’ancora evidente approccio Hard & Heavy, i Mary Brain piazzano sonorità più Rock e Dark, che spaziano da quelle quasi easy listening ad altre distorte, e lo fanno più che bene, evitando quell'effetto puzzle che si avverte talvolta in tentativi simili. Ecco che così non stupisce la presenza di una aggressiva "Devastation" che scavalcando la tribale "The Ogre" va a fare coppia con una "Letter to Heaven" largamente acustica e intimistica, oppure dopo la ruvida e incalzante "Sentenced to Death" incappare nella teatrale "Buried Alive", a mio parere l'episodio più rappresentativo di "Light afte Dark".
I meriti dei quattro musicisti modenesi vanno estesi anche alle performance individuali con un plauso a Andrea La Piccirella, autore di una bella prova versatile e sempre efficace soprattutto a livello di assoli (come su "Gethsemane"), e anche a Matteo Vicenzi, in grado di dare alla sua voce svariate sfumature (vedi la già citata "The Ogre" o nei quasi dieci minuti della conclusiva titletrack), anche se qualche appunto glielo si potrebbe rivolgere quando deve salire di tonalità.

Sapersi evolvere senza perdersi non è da tutti, i Mary Brain sembrano esserci riusciti, presto vedremo dove la loro volontà saprà portarli.

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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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