Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:45 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. DÖDSPSALM
  2. KÖTTETS PLÅGA
  3. ANDERIKET
  4. SORGEAKT

Line up

  • Ezra Nattkaos: all instruments
  • Domedag: vocals

Voto medio utenti

Ascoltare Grav|aska, album d'esordio della band svedese Gravkvade, è una sorta di viaggio verso una dimensione lontana ed indefinita. Ogni rintocco della campana che si ode in apertura, un suono lontano che emerge in una atmosfera lugubre e desolata, sembra infatti portare indietro nel tempo.
I Gravkväde, che avanzano lentamente tra le maglie di un black funeral doom, realizzano una proposta che guarda molto al passato, e per certi versi anche estrema.
Le chitarre sono essenzialmente una trama indistinta in tremolo picking, la batteria scandisce il tempo e la voce, uno screaming roco, aggiunge disperazione.
I suoni sono particolarmente ovattati, in una registrazione volutamente sporca e soffocata, lasciandoci ancorati in un luogo sospeso nello spazio e nel tempo. Ci si deve fare l'abitudine ad un mixaggio oggi così atipico, con batteria e voce distintamente in primo piano e tutto il resto quasi come rumore di sottofondo. Ma è questa la natura della band, il loro sound, la loro anima, non certo per cattiva imitazione delle produzioni rozze dei primi anni novanta.

Solo quattro brani, ma di lunga durata. Le atmosfere sono cupe e desolate, con melodie ripetute accanitamente spezzate da ampi intermezzi atmosferici. I tempi sono molto dilatati, le note cadono lentamente, sempre le stesse, reiterate per quasi tutta la lunghezza dei brani.
Solo Anderiket, il terzo brano, sembra impugnare un ritmo più serrato. L'inizio è un assalto feroce, con blast-beats furiosi e una voce che urla incessante tutto il suo malessere e la sua sofferenza. È qualcosa di quasi straziante, costringendoci a guardare in faccia il dolore.
Nell'ultimo brano, Sorgeakt, il sound si delinea più chiaramente e le chitarre acquisiscono un sound meno rozzo, ma le urla agghiaccianti di una donna in sottofondo non stemprano l'angoscia, anzi, si ha l'impressione di assistere ad una vera e propria cerimonia sacrificale.

Grav|aska produce un'angoscia tangibile. Non è certo facile. È un album che necessita la volontà di immergersi nel dolore. Ma se questo è il vostro desiderio allora troverete l'ascolto sicuramente appagante.
Recensione a cura di Burned_byFrost

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