Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:45 min.
Etichetta:Terratur Possessions

Tracklist

  1. CERTAINLY NOT
  2. ARRIVAL, YET AGAIN
  3. WORLDS OPEN, WORLDS COLLIDE
  4. STELLAR STORMS
  5. AN UTTER LACK OF MEANING, HITHERTO UNBEKNOWNST, SUDDENLY REVEALED
  6. FIREBIRDS
  7. SORDID SANCTITUDE
  8. RISE IN RED
  9. PASSAGE
  10. SUMMON SURREAL SURRENDER

Line up

  • ⷚ: drums
  • Åsli: guitars
  • Luctus: vocals
  • Andras Marquis T.: bass

Voto medio utenti

Pur non avendo mai pubblicato un full-length, i norvegesi One Tail, One Head si sono ritagliati una certa notorietà nella scena underground estrema. Attivi sin dal 2008, con un paio di demo e un paio di EP in carriera, la band giunge oggi alla pubblicazione del suo album d'esordio per la Terratur Possessions.

Worlds Open, Worlds Collide è un lavoro particolare, strano. C'è qualcosa che al primo ascolto non quadra, qualcosa di sfuggente, come di un qualche elemento di disturbo. Ci sono parti in cui sono presenti tutti gli elementi che rispecchiano gli stilemi di un canonico black metal, violento e malvagio. E come da più intransigente tradizione nessuna apertura verso l'atmospheric o il symphonic black metal.
Però poi ci sono ampi segmenti in cui emerge qualcosa di peculiare, differente nella sua malignità.
C'è qualcosa di diverso nella voce, non si tratta né di screaming né di growling, spesso è qualcosa di urlato, come di qualcuno mentalmente insano che grida il suo malessere racchiuso in una camera imbottita.
C'è qualcosa di diverso nel groove, passaggi in cui il sound non corrisponde a quello che ci si aspetta da un album black metal. Le chitarre distorte sono relegate in secondo piano dalla corposa presenza del basso che procede per sentieri suoi con linee ricche ed elaborate. E tutti gli altri dietro.
E qualcosa di diverso nelle strutture, quando è il basso a suonare riff articolati e inconsueti mentre le chitarre sono solo riempimento.
Rise in red è il brano che merita attenzione proprio perché esemplifica nella sua durata tutti gli elementi distorti citati, con un inizio molto ritmato, quasi una marcia dettata da basso e batteria con le chitarre che creano un tappeto di sofferenza lasciato sullo sfondo, per poi tuffarsi in uno spietato pezzo di puro black metal norvegese.

Worlds Open, Worlds Collide è una proposta sicuramente valida, perché pur mantenendosi saldamente ancorata agli stilemi del black metal, riesce ad avere una luce diversa, torbida, oscura certamente, ma in qualche modo originale.
Recensione a cura di Burned_byFrost

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