Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:36 min.
Etichetta:Century Media Records
Distribuzione:Sony

Tracklist

  1. EGOMANIA
  2. PRETTY DECENT EXPOSURE
  3. BLOOD
  4. DIRTY MONEY
  5. BUM TO BUM
  6. NEVER AGAIN
  7. BOMBWALK CHIC
  8. WILD BOY BLUES
  9. TOO HIGH
  10. ADIOS (WHERE’S MY SOMBRERO?)

Line up

  • Hank Von Hell: vocals
  • Cat Casino: guitars
  • Major Sam: guitars
  • Jean Genus: bass
  • Dead Said Fred: drums

Voto medio utenti

Premessa: i Turbonegro sono stati una delle band più scorrette, irriverenti ed eccessive del panorama punk tra gli anni novanta e duemila. Per usare le loro parole sono “partiti come una parodia e sono diventati una rivoluzione, mentre molti partono come rivoluzioni e finiscono per diventate delle parodie.” Il loro carrozzone death-punk si è fermato due volte, entrambe a causa gli enormi problemi di tossicodipendenza del cantante Hank von Helvete, ma dal 2012 è ripartito con un nuovo frontman e due album… beh… trascurabili.

Estate 2018. Ancora annoiato dall’ultimo album dei Turbonegro (e gli album brutti si perdonano, quelli noiosi no) vengo travolto dalla notizia che il loro ex cantante, dopo otto anni di ritiro dalla scena, pubblicherà un progetto solista. Hank von Hell. "Egomania". Comincio ad ascoltare con cadenza quotidiana ed una certa soddisfazione il primo singolo, "Bum to Bum", fino a quando, finalmente, metto le mani sull’album.
Ora, è inevitabile pesare questo lavoro confrontandolo con il passato di Hank. E’ stato l’uomo simbolo di una band che ha fatto dell’oltraggio e della sfida al pubblico la propria bandiera, ha praticamente definito uno standard che, inevitabilmente, i suoi sostituti non potranno soddisfare senza cadere nel ridicolo: ma lui stesso sarà in grado di rientrare degnamente in scena adesso che è nel lato sbagliato dei quaranta?

Togliamoci subito il dente: "Egomania" è un album divertente. Nulla di meno ma, purtroppo, nulla di più. Musicalmente prende a piene mani dallo stile degli album dei TRBNGR della “Trilogia dell’Oscurità” (a dispetto del nome, il loro periodo più accessibile), soprattutto per quanto riguarda il lavoro sulle chitarre, però manca della loro follia nichilista ed offensiva. Ed il problema, forse a causa di una produzione un po’ troppo misurata, sembra proprio essere Hank. Intendiamoci, svolge il suo compito in modo impeccabile, ma è una fuoriserie usata per andare a fare la spesa. Solo in alcuni brani si decide a spingere sull’acceleratore ed allora la soddisfazione c’è, ed è tanta (il già citato singolo, ma anche "Bombwalk Chic", "Pretty Decent Exposure" e "Too High)". Il resto scorre via piacevolmente, ammiccando ai vecchi fan della band e alle frequenze radiofoniche, con un rock’n’roll sporcato di punk e chitarroni.

Insomma, il ragazzo è bravo, ma potrebbe fare di più.

A cura di Francesco "Lucio" Lucenti
Recensione a cura di Ghost Writer

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